giovedì 22 dicembre 2016

«ADRIANA PALLOTTI → NELLA DIVINA VOLONTÀ: “HO COMBATTUTO LA BUONA BATTAGLIA.” 2Tm 4,6.8»

ADRIANA PALLOTTI
25 MARZO 1917 + 22 DICEMBRE 2016



Oggi, 
con lucida serenità, 
è tornata alla Casa del Signore 
l'apostola e piccola figlia del Divin Volere, 

Adriana Pallotti.

Vissuta a San Giovanni Rotondo sotto la direzione spirituale di San Pio da Pietrelcina 
e secondo il nuovo Carisma della Serva di Dio Luisa Piccarreta.

Tutti i loro devoti insieme alla comunità sono invitati a unirsi in preghiera e parteciparvi.

Le esequie avranno luogo presso la chiesa di Sant'Emidio 
alle ore 11.00 in Agnone (IS) il giorno 23 Dicembre 2016.

In Cristo.

Luciano Mirigliano



domenica 13 novembre 2016

«LUISA PICCARRETA E LA MASSONERIA → MONS. PICHIERRI E CASTORO: “REI DI UNA VOLONTÀ DIVINA”»


«Il premio è promesso dal Divin Maestro
non a chi ha ben incominciato,
ma a chi persevera sino alla fine. 

Vi basti l’esempio di Giuda,
il quale incominciò bene, continuò nel bene,
ma non perseverò fino alla fine e andò perduto.»

SAN PIO DA PIETRELCINA




«LA MASSONERIA È ENTRATA NELLA CHIESA. GRANDI AVVENIMENTI SI PREPARANO.»

Sebbene molto amara, siamo giunti finalmente ad una conclusione più che evidente, tuttavia. Vale a dire a quelle ragioni di fondo che ancora non ci erano del tutto chiare e in grado di spiegarci, in modo scientifico direi, il perché, il motivo per il quale sinora quei “pastori” d'anime della Chiesa, queste autorità chiamate al proprio dovere, cioè a pascere il gregge, non sono venuti in contro a soccorrerci in questa nostra “grande tribolazione”.

Lasciandoci così in uno stato di totale abbandono, costoro, come dei reietti ormai, dimenticati: peggio di Asia Bibi. Ovvero in balia di questa loro stessa agghiacciante naturalezza mediante la quale essi anziché proteggerle queste pecorelle del Signore, vero Pastore del gregge, hanno preferito piuttosto si disperdessero e rischiassero addirittura di finire tra le fauci di un lupo rapace, subdolo che non ha giammai perso il pelo né il vizio di divorarle, anzi tutt'altro; benché travestito da agnello. 

Infatti secondo un autorevole ecclesiastico, studioso della materia in oggetto, ad esempio queste eccellenze reverendissime come molti altri arcivescovi ecumenici, protestanti, filo islamici, sacerdoti, cardinali, frati, finanzieri, politici, giudici, magistrati, scienziati, moderni filosofi e teologi. Insomma professionisti d'ogni arte e mestiere della società mondiale, pur definendosi cattolici osservanti, tuttavia però nulla hanno a che spartire con quest'Istituzione Celeste e Divina, fondata da Gesù Cristo, quale è la Chiesa Cattolica di Roma. 

Tutto ciò è affatto inconciliabile nonché incompatibile con la nostra millenaria tradizione Cattolica [cfr. ROTARY, LIONS E MASSONERIA; Paolo VI: «Il corpo Mistico contro il corpo sociale di Satana, la Massoneria». Di Mons Ottavio Michelini].

Nella Enciclica «Humanum Genus» – 20 aprile 1884 – il Magistero della Chiesa ha denunciato nella Massoneria “idee filosofiche e concezioni morali opposte alla dottrina cattolica”. Nella Lettera al Popolo Italiano «Custodi» – 8 dicembre 1892 – Papa Leone XIII scriveva: «Ricordiamoci che il cristianesimo e la massoneria sono essenzialmente inconciliabili, così che iscriversi all’una significa separarsi dall’altra». 

Massima onorificenza Lionistica, “Melvin Jones Fellow”, a S.E. Monsignor Michele Castoro, Arcivescovo della Arcidiocesi di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo, con la seguente motivazione: “Per il lungo impegno a favore del prossimo ed in particolare come pastore della comunità Sipontina, per aver compiutamente ed incisivamente svolto la propria attività di servizio con solidarietà verso il prossimo, sensibilità alla risoluzione dei problemi, e con attivo interesse al bene civico, culturale, sociale e morale della comunità, dimostrando la serietà della vocazione al servizio”. Siamo davvero orgogliosi che anche questa personalità ricevendo questo riconoscimento sia entrata a far parte di quest’ambitissimo gruppo d’ogni parte del mondo”.

~ Il gran maestro del Grand’Oriente d’Italia Giordano Gamberini, sulla rivista massonica ‘Hiram’ del 1 febbraio 1981, rivendicò ufficialmente che sia i Rotary sia i Lions derivano e confluiscono nell’organizzazione della massoneria, scrivendo: «Melvin Jones, maestro massone di Chicago, fu tra i fondatori dei Lions. Ne divenne segretario generale e tesoriere fin dal 1917. Nel Lions, l’origine massonica risulta evidente anche dal primo stemma che si diede l’associazione. Pressoché identici rapporti con la massoneria aveva avuto il Rotary». ~  https://doncurzionitoglia.wordpress.com/about/

Cardinal Bertone: «Ma cosa vuole, Eccellenza, anche in Vaticano ci sono cardinali, vescovi e prelati iscritti alla massoneria».

« È doveroso studiare e trattare il Complotto, senza temere di essere derisi come “complottisti”. Invece minimizzare, snobbare e negligere lo studio del Complotto è una partecipazione implicita e passiva al Complotto contro Cristo, Maria, la Chiesa e la Cristianità. Mentre studiare per combattere il Complotto, significa partecipare attivamente ed esplicitamente al compimento dell’opera della Redenzione, ad “instaurare e restaurare tutto in Cristo” » S. Pio X


TRA RITARDI COLPEVOLI E ASPRE CONTESE

Un impegno ecclesiale” da parte dell'Arcidiocesi di Trani che tarda a produrre quei frutti dovuti e necessari, improrogabili ormai alla divulgazione di uno dei carismi più importanti della Chiesa Universale, direi quello: decisivo. Luisa la santa, la nostra grande protettrice, patrimonio dell'umanità, si ritrova purtroppo ostaggio di uno stallo ecclesiale penalizzante assai, ingiustificato da parte delle autorità e in preda a umane contese.

A che punto, dunque, siamo ora con la stampa della “editio typica” degli Scritti divini della SdD Luisa Piccarreta, la loro verifica? Quando sarà avviata la sua determinante Causa di Beatificazione, indispensabile a produrre la “POSITIO” della santa, tanto attesa?

Un treno ad altissima velocità, pur tuttavia in stato di fermo, bloccato in stazione; costretto a viaggiare sui binari morti dell'umano volere di tali autorità ecclesiastiche. 
Il 3 settembre 2014 a Corato vi è stata la presentazione ufficiale della biografia di Luisa Piccarreta: “IL SOLE DELLA MIA VOLONTÀ”. Il volume è stato presentato per la prima volta in assoluto in chiesa Matrice. In questo libro si parla anche di Adriana Pallotti, addirittura della nostra piccolissima e beneamata figlia del Divin Volere. Ciononostante però non è stata neppure invitata a parteciparvi all'evento organizzato dal: Rotary Club Corato [v. anche: “Incontro con Sua Eminenza Rev.ma Monsignor Giovanni Pichierri”].
ULTIMI TEMPI?

Fatima nel segreto delle Tre Fontane.

Nel libro "Il veggente. Il segreto delle Tre Fontane" – di Gaeta Saverio – la Vergine della Rivelazione parla a Bruno Cornacchiola, un protestante convertitosi con decisione ferma alla fede cattolica. Nelle apparizioni alle Tre Fontane si affrontano temi scottanti ed inquietanti profezie già in atto, sia nel mondo e sia nella Chiesa. In modo particolare si mostra interessante la visione avuta il 24 febbraio 1968:

Satana regna oramai in tutti i posti più alti di comando […]. Satana entrerà nei posti guida della Chiesa. […]. Le tentazioni saranno terribili, il mondo vivrà in una confusione tale che gli eletti stessi sosteranno nel dubbio! Non c’è scampo […] tutti vivranno momenti terribili di guerra, distruzione e di caos politico, religioso e culturale. Quanti errori e quante eresie serpeggiano in ogni nazione, in ogni convento. […]. Quello che occorre è l’apostolato individuale non l’apostolato monopolizzato. […]. Bisogna che si lavori tra le anime nell’apostolato individuale: chi conosce e sa fare, senza alcuna previa autorizzazione, deve lavorare” (op. cit., p. 73).

Il 21 luglio 1998: Ho sognato che musulmani circondavano le chiese e chiudevano le porte e dai tetti gettavano benzina e davano fuoco, con dentro i fedeli in preghiera e tutto andava a fuoco” (op. cit., p. 210).

Il 1° febbraio 1986 Cornacchiola riceve un altro messaggio severo: Preparatevi figli miei: la mano non posso trattenerla più! L’ira della giustizia è sopra di voi ”(op. cit., p. 150).

21 settembre 1988: Quello che ho sognato non si avveri mai, è troppo doloroso e spero che il Signore non permetta che il Papa neghi ogni verità di fede e si metta al posto di Dio. Quanto dolore ho provato nella notte, mi si paralizzavano le gambe e non potevo più muovermi, per quel dolore provato nel vedere la Chiesa ridotta ad un ammasso di rovine” (op. cit., p. 218).

La Luce vede pazze le tenebre ed esse tuttavia vedono pazza la Luce di Dio. Ciononostante però La rifuggono terrorizzate, inquantoche son loro a spaventarsi e scappar via da Essa. Giammai il contrario.

La tenebra se tocca la Luce prende come la scossa e si sente vinta, soverchiata si allontana, diradandosi a lampi. Dunque contro le tenebre, "luce" dobbiamo essere. Luce divina cristallina.

«Il coraggio della verità è un criterio di prim’ordine della Santità». Benedetto XVI 

«Si vis salvari cum paucis, vive cum paucis» «Se vuoi salvarti con i pochi, vivi con i pochi». Sant'Agostino di Ippona


                          IN FEDE
Luciano Mirigliano e Adriana Pallotti


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*XXIV VOL. 19 MARZO 1928*

COME LA VOLONTÀ DIVINA VIVE SOFFOCATA IN MEZZO ALLE CREATURE 
PERCHÉ NON È CONOSCIUTA.

GRAVE RESPONSABILITÀ 
SU COLORO CHE DOVREBBERO FARLA CONOSCERE, 
COME SI RENDONO RUBATORI. 
PREPARAZIONE A GRANDI AVVENIMENTI.


  Cuor mio e vita mia Gesù, eccomi di nuovo al grande sacrificio di ricominciare a scrivere un’altro volume, il cuore mi sanguina per lo sforzo che faccio, specie per le condizioni in cui si trova lo stato della piccola e povera anima mia. Amor mio, se tu non mi aiuti, non mi travolgi in te, non fai uso della tua potenza e del tuo amore su di me, non posso andare più avanti e sarò incapace di vergare una sola parola, perciò ti prego che trionfi in me il solo tuo Fiat! 

   E se vuoi che continui a scrivere, non abbandonarmi a me stessa, continua il tuo ufficio di maestro dettatore alla piccola anima mia, se poi non vuoi che io più scriva, bacio ed adoro il tuo Voler Divino e ti ringrazio, e ti prego che faccia profitto di tante lezioni che mi hai dato, che le rumine sempre e che modelli la mia vita secondo i tuoi insegnamenti. Mamma Celeste, Sovrana Regina, stendi su di me il tuo manto azzurro per proteggermi, guida la mia mano mentre scrivo affinché possa compiere la Divina Volontà.

  Onde, avendo compiuto il ventesimoterzo volume di scrivere, lo sa solo Gesù con quale stento e con quale sacrificio, mi lamentavo con il benedetto Gesù, che aveva tanto scarseggiato nei suoi insegnamenti, che tanto mi aveva fatto stentare per scrivere poche parole. 

   Quindi pensavo tra me: “Io non ho più che scrivere, perché se Gesù non parla, io non ho che dire, e Gesù pare che non tiene più nulla di dirmi, è vero che la storia del suo Fiat è senza limiti, non finisce mai, anche eternamente nel Cielo terrà sempre da dire sull’eterno Volere, ed essendo eterno racchiude l’infinito, e l’infinito tiene cose e conoscenze infinite da dire, in modo che non finisce mai, sembra il sole che mentre dà luce tiene sempre luce da dare, la sua luce non si esaurisce mai; ma non può essere che per me metta un limite al suo dire e faccia sosta nel raccontare la lunga storia della sua Eterna Volontà?

   Ora, mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno in atto d’uscire e mi ha detto:

   “Figlia mia, come sei piccola! e si vede che quanto più stai, più piccola ti fai, e come piccina vuoi misurare con la tua piccolezza la nostra grandezza; coi tuoi limiti nel dire, il nostro eterno dire e come piccola bambina che sei, ti contenti che il tuo Gesù non tiene più nulla da dirti, vorresti riposarti e ritornare ai nostri primi trastulli, giacché non hai più da far nulla; povera piccina, ma non sai tu che sono brevi soste che il tuo Celeste Gesù permette per altri suoi fini, non a te palesi, e quando meno telo pensi riprenderà il suo dire tanto importante sulla lunga storia del mio eterno Volere”.

   Dopo tanto stentare e lottare, finalmente mi son giunti gli scritti sulla Divina Volontà da Messina, ed io sentivo un contento in me ché finalmente li avevo presso di me e ringraziavo di cuore il mio dolce Gesù. Ma Gesù movendosi nel mio interno, facendosi vedere in aria di mestizia mi ha detto:

   “Figlia mia, tu sei contenta ed Io sono afflitto, se tu sapessi che peso enorme gravitava su quelli di Messina, che mentre tenevano interesse di tenerli, li tenevano a dormire, essi erano rei d’una Volontà Divina, e vedendo la inoperosità con cui li tenevano, ho permesso che fossero ritornati. 

   Ora questo peso gravita su quelli che l’hanno fatto venire con tanto interesse, se non si occupano, anch’essi saranno rei d’una Volontà Divina, e se sapessi che significa essere rei d’una Volontà sì santa, significa tenerla inceppata, mentre Essa anela, sospira d’essere tolti i ceppi, e questi si toglieranno col farla conoscere. Essa è piena di vita, scorre ovunque, involge tutto, e questa vita vive come soffocata in mezzo alle creature perché non è conosciuta, ed Essa geme perché vuole la libertà della sua vita, ed è costretta a tenere in Sé i raggi della sua luce interminabile perché non è conosciuta.

   Ora, chi è colpevole di tante pene della mia Volontà Divina? Chi deve interessarsi a farla conoscere e non lo fa; forse il mio scopo è stato di dare tante notizie del mio Fiat, senza il frutto desiderato di farla conoscere? No, no, voglio la vita di ciò che ho detto, voglio far splendere il nuovo sole, voglio il frutto di tante conoscenze che ho manifestato, voglio che il mio lavoro riceva il sospirato effetto. Difatti, quanto non ho lavorato per disporti a ricevere conoscenze sì importanti sulla mia Volontà? E tu stessa quanti sacrifici non hai fatto e quante grazie non ti ho dato per farteli fare?

   Il mio lavoro è stato lungo, e quando ti vedevo sacrificata, guardavo al gran bene che avrebbero fatto le mie conoscenze sul Fiat in mezzo alle creature, la nuova era che doveva spuntare in virtù di esse, ed il mio tenero cuore mentre soffriva nel sacrificarti, prendeva un immenso piacere nel vedere che in virtù di ciò, il bene, la pace, l’ordine, la felicità che dovevano ricevere gli altri miei figli. Quando Io faccio cose grandi ad un’anima, manifesto verità importanti, rinnovazioni che voglio fare in mezzo all’umana famiglia, non è per la creatura sola che ciò manifesto, ma perché voglio rinchiudere tutti in quel bene, come sole voglio che le mie verità splendano su di ciascuno, affinché chi voglia prenda la luce di esse.

   Non feci ciò con la mia Mamma Celeste? Ora, se Lei avesse voluto tenere celata l’incarnazione del Verbo, qual bene avrebbe portato la mia venuta sulla terra? Nulla, sarei partito al Cielo senza dare a nessuno la mia vita, e la Sovrana Regina, se mi avesse celato, sarebbe stata rea e rubatrice di tutto il bene e di tante mie vite divine che dovevano ricevere le creature. Così saranno rei e rubatori di tutto il bene che porteranno le conoscenze sul mio Fiat Divino, perché Esso porterà tante vite di luce, di grazia ed i beni immensi che contiene una Volontà Divina.

   Perciò grave peso gravita su coloro che dovrebbero occuparsi, se continueranno a far stare inoperosi soli sì benefici di tante verità sul mio eterno Volere, e se tu per la prima ti volessi opporre a far conoscere ciò che riguarda la mia Volontà, la prima rubatrice di tanti soli saresti tu, e di tanti beni che devono ricevere le creature per mezzo di queste conoscenze”.

   Poi, con un’accento più tenero ha soggiunto:

   “Figlia mia, il mondo sta come bruciato, non vi è chi versi su di loro quell’acqua pura che li disseti, e se bevono è l’acqua torbida della loro volontà che li brucia di più. Gli stessi buoni, i figli della mia Chiesa che cercano di fare il bene, dopo aver fatto il bene non sentono la felicità del bene, ma piuttosto il peso del bene che le porta la mestizia e la stanchezza, sai perché?

   Perché manca nello stesso bene la vita del mio Fiat, che contiene la forza divina che toglie qualunque stanchezza, manca la luce ed il calore della mia Volontà che tiene virtù di svuotare qualunque peso e di raddolcire tutte le amarezze, manca la rugiada benefica del mio Fiat che imperla le azioni delle creature, e le fa comparire tanto belle da portarle la vita della felicità, manca l’acqua che sempre sorge del mio Volere che mentre feconda in modo divino, dà vita e disseta, e perciò bevono e bruciano di più. Vedi dunque com’è necessario che le sue conoscenze siano conosciute, e si facciano vie in mezzo alle creature per porgere a ciascuno la vita della mia Volontà, con la sorgente dei beni che Essa contiene.

   Tutti sentono, anche quelli che si dicono più buoni, che li manca una cosa necessaria, sentono le loro opere non compiute, e tutti sospirano un’altro bene, ma essi stessi non sanno che cosa sia. È la pienezza e totalità del mio Fiat Divino che manca negli atti loro, e perciò le loro opere sono come a metà, perché solo col mio, e nel mio Volere, si possono fare opere compiute. Quindi, Esso sospira che sia conosciuto per portare la sua vita ed il compimento alle opere delle sue creature, molto più che grandi avvenimenti sto preparando, dolorosi e prosperi, castighi e grazie, guerre improvvise ed inaspettate, tutto per disporre a ricevere il bene delle conoscenze del mio Fiat e, se le lasceranno dormire senza slanciarle in mezzo alle creature, renderanno senza frutto gli avvenimenti che sto preparando; qual conto non mi daranno

Mentre con queste conoscenze sto preparando la rinnovazione e la ripristinazione dell’umana famiglia. Quindi da parte tua non mettere nessun’ostacolo e seguita a pregare che presto venga il regno della mia Divina Volontà”.







NOTA – Il titolo originale del suddetto capitolo copiato direttamente dall'originale manoscritto di Luisa Piccarreta è: «Ritrosia nello scrivere sulla piccolezza. Ritorno degli scritti. Come la Volontà Divina vive soffocata in mezzo alle creature perché non è conosciuta. Grave peso su coloro che dovrebbero farla conoscere, come si rendono rubatori. Preparazione di grandi avvenimenti».

domenica 30 ottobre 2016

«UN TERREMOTO PROTESTANTE → LA FEDE È CROLLATA IN GINOCCHIO: ULTIMO BALUARDO»


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«QUANDO IL FIGLIO DELL’UOMO RITORNERÀ,
TROVERÀ ANCORA LA FEDE SULLA TERRA?» 
(LC 18,8)

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« LUI È LÌ »

Giace vivo, da duemila anni.

E impera solitario su tutti con il suo silenzio maestoso, elegante. Sottomesso. 

Che sorge più che sole sopra il mondo, sempre fermo, costante 
il suo ritorno nel mistero sublime della Eucaristia. 

Di un Dio che per non incuterci spavento si è annichilito e fatto uomo, pane crocifisso.

Che sovrasta tutto e tutti, il Cosmo intero. 

Ed ogni passo, uman pensiero incapace di comprenderLo, onorarLo 
è come un'onda che si infrange dinanzi al suo divin cospetto. 

Vero, reale, issato sulla roccia della Vita.

Imbattuti, quanti filosofi e pensatori, teologi troppo umani, moderni e pagani; ciechi e inghiottiti dal proprio smisurato io hanno fallito sulla via con il loro inutile e dannoso speculare. 

Innanzi a te o Gesù, Signore dei tabernacoli e padrone della terra, dei Cieli.

Perdona loro, poiché non hanno saputo, né voluto mangiarti, con la testa, le labbra, la bocca e i denti del cuore. 

Bramarti e stringerti.

Perdonaci tutti perché troppo pochi son quelli che han desiderato veramente amarti ed adorarti come tu ardi e desideri esser amato: col tuo stesso divin amore.

Lascia allora che io ti baci o Cristo, un misero nulla, ma tutto Tuo. 

Per me e per tutti. 

Con lo stesso palpito del tuo infuocato amore o Signore.

Con gli occhi della Fede, Speranza e Carità. 

Con le dolcissime carezze della tua Divina Volontà.

Cristus vincit, Cristus regnat, Cristus imperat.

Luciano Mirigliano

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*XI VOL. 30 OTTOBRE 1916*

LA PERVERSITÀ DELLE NAZIONI, 
SPECIALMENTE DELL’ITALIA, 
ATTIRERÀ ALTRI CASTIGHI.

   Stavo lamentandomi con il mio sempre amabile Gesù, che in questi giorni passati, stentatamente ci veniva, oppure appena avvertivo la sua ombra e scompariva.  

Ed il benedetto Gesù mi ha detto:

   “Figlia mia, come subito dimentichi che in quei giorni che non tanto ci vengo e sfuggo da te, non è altro che una stretta di più ai flagelli.  Le cose imperverseranno sempre più.  Ah, l’uomo è giunto a tanta perversità, che non basta, per arrenderlo, di toccargli la pelle, ma che giunga a spolverizzarlo!  

   Perciò una nazione invaderà l’altra e si lacereranno,  il sangue scorrerà nei paesi come acqua. Anzi in certe nazioni si faranno nemici di loro stessi e si dibatteranno, si uccideranno, faranno cose da pazzi.  Ah! Quanto Mi duole l’uomo, da Me lo piango!

   Al dire di Gesù ho rotto in pianto e Lo pregavo che risparmiasse la povera Italia.  Ma Gesù ha ripreso:

  “L’Italia, l’Italia!  Ah, se tu sapessi quanto ne sta combinando di male, quante congiure alla mia Chiesa!  Non le basta il sangue che sta spargendo in battaglia, ma è assetata d'altro sangue. Vuole il sangue dei miei figli, il sangue dei primati.  Si vuole macchiare di tali delitti, da attirarsi la vendetta del Cielo e delle altre nazioni!

   Io ne sono rimasta terrorizzata e temo molto, ma spero che il Signore Si placherà.

sabato 22 ottobre 2016

«IL CASTIGO DEL CIELO È IMMINENTE? → LE PROFEZIE COINCIDONO: “FIGLI MIEI, NON DORMITE. L’ORA È VICINA.”»




DA FATIMA AD AKITA: 
«UN CASTIGO PEGGIORE DEL DILUVIO STA PER GIUNGERE SU QUESTA POVERA E PERVERTITA UMANITÀ


AKITA (GIAPPONE), 15 SETTEMBRE 1987. FESTA DELLA MADONNA ADDOLORATA.

PERCHÉ ANCORA PIANGO? 

   «Qui ti ho voluto, figlio da Me tanto amato e dal mio Avversario tanto insidiato, nella memoria liturgica dei miei dolori e della mia materna partecipazione a tutto l'immenso soffrire di mio figlio Gesù. In questo tuo viaggio, così cosparso di grazie straordinarie, che partono dal mio Cuore Immacolato e scendono nell'anima dei miei prediletti e di tutti i miei figli, oggi ti ho condotto in questo luogo da Me benedetto, davanti alla Statua che ricorda il mistero della mia corredenzione. 

   Sono stata sotto la Croce di Gesù. Sono sotto la Croce che porta ogni mio figlio. Sono sotto la Croce che oggi portano la Chiesa e tutta questa povera umanità peccatrice. Io sono vera Madre e vera Corredentrice. Dagli occhi di questa mia Immagine ho fatto scendere lacrime miracolose più di cento volte e durante il corso di alcuni anni. 

Perché ancora piango? 

   Piango perché l'umanità non accoglie il mio materno invito alla conversione e al suo ritorno al Signore. Essa continua a correre con ostinazione sulla strada della ribellione a Dio ed alla sua legge di amore. Il Signore è apertamente rinnegato, oltraggiato e bestemmiato. La vostra Mamma Celeste viene pubblicamente vilipesa e messa in ridicolo. I miei straordinari richiami non vengono accolti; i segni che dono del mio immenso dolore non sono creduti. Il vostro prossimo non è amato: ogni giorno si attenta alla sua vita ed ai suoi beni.

  L'uomo diventa sempre più corrotto, empio, cattivo e crudele. Un castigo peggiore del diluvio sta per giungere su questa povera e pervertita umanità. Scenderà fuoco dal cielo e sarà questo il segno che la Giustizia di Dio ha ormai stabilito l'ora della sua grande manifestazione. Piango perché la Chiesa continua sulla strada della divisione, della perdita della vera fede, dell'apostasia, degli errori che vengono sempre più propagandati e seguiti. 

   Ormai si sta compiendo quanto Io ho predetto a Fatima e quanto qui ho rivelato nel terzo messaggio confidato a una mia piccola figlia. Allora anche per la Chiesa è giunto il momento della sua grande prova, perché l'uomo iniquo si stabilirà al suo interno e l'abominio della desolazione entrerà nel Tempio santo di Dio

   Piango perché, in grande numero, le anime dei miei figli si perdono, vanno all'inferno. Piango perché troppo pochi sono quelli che accolgono il mio invito a pregare, a riparare, a soffrire, ad offrire. Piango perché vi ho parlato e non sono stata ascoltata; vi ho dato segni miracolosi e non sono stata creduta; mi sono a voi manifestata, in maniera forte e continua, ma non mi avete aperto le porte dei vostri cuori. 

   Almeno voi, miei prediletti e figli consacrati al mio Cuore Immacolato, piccolo resto che Gesù custodisce con gelosia nel recinto sicuro del suo Amore divino, ascoltate ed accogliete questo mio accorato invito che, da questo luogo, ancora oggi rivolgo a tutte le Nazioni della terra. Preparatevi ad accogliere il Cristo nello splendore della sua gloria, perché il grande giorno del Signore è ormai giunto».


AI SACERDOTI FIGLI PREDILETTI DELLA MADONNA – MESSAGGIO AL MOVIMENTO SACERDOTALE MARIANO – DON STEFANO GOBBI

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*XXIV VOL. 2 AGOSTO 1928*

COME È ASSOLUTA VOLONTÀ DI DIO
CHE ESCANO ALLA LUCE GLI SCRITTI DIVINI DI: 

LUISA PICCARRETA. 

L’OPERA DELLA REDENZIONE ED IL REGNO DEL FIAT DIVINO SONO COLLEGATI INSIEME. IL CAMPO DEL VOLER DIVINO. SPIEGAZIONI.

   Mi sentivo tutta impensierita per questi benedetti scritti, il pensiero d’uscirli fuori è sempre un tormento per me, e poi i tanti incidenti che si danno, or d’un modo or d’un altro, molte volte mi fa pensare che forse non è Volontà di Dio che si pubblichino, altrimenti non sarebbero successe tante cose, chissà ché il Signore non voglia il mio sacrificio in parole, ma coi fatti vuole forse risparmiarmi un tanto dolore, che solo il pensiero d’oppormi al suo Voler Divino mi fa dire Fiat! Fiat! Ma mentre ciò pensavo, il mio sempre amabile Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:

   “Figlia mia, la Volontà di Dio che vengano alla luce gli scritti della mia Divina Volontà è assoluta, e per quanti incidenti si possano dare, Essa trionferà di tutto, ed ancorché passassero anni ed anni saprà disporre tutto perché la sua assoluta Volontà venga compiuta. Il tempo in cui verranno alla luce è relativo e condizionato dall'ora nella quale si disporranno le creature a ricevere un tanto bene e quelli che si devono occupare a farne i banditori e farne il sacrificio per portare la nuova era di pace, il nuovo Sole che snebbierà tutte le nubi dei mali. 

   Se tu sapessi quante grazie e lumi tengo preparati sopra di chi veggo disposto ad occuparsi! saranno loro i primi a sentire il balsamo, la luce, la vita del mio Fiat. Guardami come tengo preparato nelle mie mani le vesti, il cibo, i fregi, i doni, per chi deve occuparsi, ma sto guardando chi sono i veri disposti per poterli investire delle prerogative che ci vogliono per un’opera sì santa, che Io tant’amo e voglio che facciano. 

   Ma debbo dirti pure: “Guai a chi si oppone o potesse mettere ostacoli”. Tu però non spostare nulla, neppure una virgola di ciò che ci vuole per preparare il Regno della mia Volontà Divina, affinché da parte mia e da parte tua, facendo ciò che ci vuole per dare questo gran bene alle creature, nulla manchi da parte nostra, affinché non appena le creature si dispongano, possano trovare tutto a posto e ciò che ci vuole. 

   Non feci Io lo stesso nell’opera della Redenzione? Preparai tutto, feci e soffrii tutto, e ad onta di tanti incidenti contrari che vedevo, gli stessi miei apostoli vacillanti, dubbiosi, timidi, fino a fuggirsene da Me non appena mi videro in mano dei nemici, lasciato solo, non ebbi il bene di vedere nessun frutto mentre Io stavo sulla terra. Ma con tutto ciò non lasciai nulla di quanto ci voleva per l’opera completa della Redenzione, affinché nell'ora in cui avessero aperto gli occhi per guardare ciò che feci, avrebbero trovato tutto il bene per essere redenti, e nulla mancasse loro per ricevere il frutto della mia venuta sulla terra. 

   Figlia mia, il Regno della mia Redenzione e quello della mia Volontà sono tanto collegati insieme, che si danno la mano e quasi subiscono la stessa sorte da parte dell’ingratitudine umana, ma non bisogna badarci né arrestarsi da parte di chi deve dare e formare un tanto bene. È necessario che facciamo opere compiute, affinché da parte nostra nulla manchi, e quindi disponendosi loro, trovino tutto ciò che ci vuole per ricevere il Regno della mia Volontà”. 

  Dopo di ciò seguivo i miei atti nel Divin Volere, ma continuavo a sentirmi oppressa, ed il mio dolce Gesù ritornando a farsi vedere, pareva che stringesse nelle sue braccia tre o quattro sacerdoti, e tenendoli sul suo petto come se volesse infondere in loro la vita del suo cuore divino, mi ha detto:

   “Figlia mia, guarda come tengo stretti fra le mie braccia coloro che devono occuparsi degli scritti sulla mia adorabile Volontà. Come veggo in essi qualche piccola disposizione d’occuparsi, Io me li prendo fra le mie braccia per infondere in loro ciò che ci vuole per un’opera sì santa. Perciò coraggio, non temere”.

   Onde dopo ciò si faceva vedere nel mio interno, io vedevo nel fondo di esso un campo larghissimo, non di terra, ma di cristallo tersissimo. Ogni due o tre passi di questo campo stava il bambino Gesù circondato da una luce. Oh! come sembrava bello questo campo con tanti bambinelli, ognuno dei quali possedeva il suo Sole fulgido e bello, tutto suo proprio. Io ero meravigliata nel vedere tanti Gesù nel fondo dell’anima mia, ognuno dei quali tutto intento a godersi il proprio Sole. Ed il mio dolce Gesù vedendo la mia maraviglia mi ha detto:

   “Figlia mia, non ti meravigliare, questo campo che tu vedi è la mia Divina Volontà, ed i tanti Gesù che vedi sono le mie verità che riguardano il mio Fiat. In ciascuna di esse c’è una mia vita, la quale formando il suo fulgido Sole si circonda di luce, per spandere i suoi interminabili raggi per far conoscere che son’Io la fonte che sorge delle mie verità.

   Vedi dunque quante mie vite ho messo fuori, per quante verità ti ho manifestato. Sono vite mie che ho messo fuori con la sorgente del Sole, non semplice luce, ed Io son rimasto nel mezzo di esse per far che tutti sentissero la forza, la virtù creatrice in queste verità. E amo tanto ciascuna di esse quanto amo me stesso, e chi non vorrebbe riconoscere la mia vita, il mio Sole, la mia virtù creatrice in queste verità sul mio Fiat, o è cieco, oppure ha perduto il bene dell’intelletto. Come pure ti dovrebbe essere di grande consolazione che possiedi in te tante mie vite per quante verità ti ho manifestato. Perciò riconosci il gran bene, tesoro più grande non potevo affidarti, né ti impensierire. Il Sole saprà fare la sua via, e siccome è luce nessuno potrà impedirgli il passo”.

Poi ha soggiunto con un’accento più tenero: 

   “Figlia mia, la nostra Maestà Adorabile ama tanto la creatura, che mettiamo a sua disposizione la nostra vita per farne un’altro simile a Noi. Mettiamo la vita nostra come un modello innanzi alla creatura, affinché modellandosi sul nostro, copi la nostra vita e formi dei facsimile col suo Creatore. Perciò usiamo tanti stratagemmi, finezze d’amore, diamo grazie sorprendenti, per vederci copiati nella creatura. Ed allora saremo contenti quando il nostro amore unito con la nostra Divina Volontà, vincendo la creatura, potremo riconoscere in essa la nostra immagine e somiglianza quale uscì dalle nostre mani creatrici”.


NOTA – Il titolo originale del succitato capitolo è: «Come è Volontà di Dio assoluta che devono uscire gli scritti. L’opera della Redenzione ed il regno del Fiat Divino sono collegati insieme. Il campo del Voler Divino. Spiegazioni.».