sabato 15 luglio 2017

«CHI PUÒ UCCIDERE LA LUCE? → NESSUNO»



In questi tempi così bui e tristi. 

Vuoi davvero entrare per sempre nella sorgente di tutte le felicità possibili ed immaginabili? 

Vuoi possederla? 

Sii luce alle tenebre. 

Vivi di Volontà Divina e ne sarai pieno ed invincibile. 

Leggi ciò che il Signore ha insegnato per te a Luisa Piccarreta. 

Mettilo in pratica! 

Toccherai con mano quelle nuove ed inestimabili Verità divine

che ogni uomo dei dolori brama vivere e sperimentare anche in terra.  

Sinora sconosciute al mondo intero ed all'umanità sofferente.

Alla Chiesa.

Allora non perdere tempo. 

Appena puoi, apri quel benedetto scrigno del Libro di Cielo.

Vi troverai con maraviglia l'incontenibile tesoro di Dio. 

Vai, affrettati al capitolo del XXII Vol. 3 Settembre 1927. 

Imparalo a memoria. 

E divoralo con gioia. 

La tua! 

Dio sia benedetto, nei suoi Angeli e nei suoi santi. In Maria SS. Regina del Fiat Divino. 

TERZO FIAT SANTIFICANTE 
Luciano Mirigliano

*

 LIBRO DI CIELO –
*
*XXII VOL. 3 SETTEMBRE 1927*

FINO A TANTO CHE L’ANIMA NON FA REGNARE
LA VOLONTÀ DIVINA, 
SARÀ SEMPRE INFELICE ED INQUIETA. 
DIVERSITÀ DI MARTIRIO DI ANIMA E DI CORPO.

    Stavo valicando il mare di luce del «Fiat Divino» seguendo i suoi atti ed oh! come comprendevo che tutto il bene sta in Esso. Ed il mio sempre amabile Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:

    “Figlia mia, fino a quando la creatura non giunge a far regnare la mia Divina Volontà in essa, sarà sempre infelice, sempre inquieta, perché sentirà in sé, per quanto buona, santa, dotta, ricca, che le manca la pienezza della felicità ed il mare della pace, che da nessun lato la possono turbare e spezzare la sua felicità. Quindi potrà essere felice a metà e dimezzata la sua pace e siccome non è intera, la metà che le manca terrà la via aperta per portare l’infelicità ed il disturbo. Vedi, anche nell’ordine naturale succede così. Uno è ricco, non gli manca nulla, possiede i suoi dieci, venti milioni oppure miliardi, ma conoscendo che potrebbe acquistare altro ed essere più ricco ancora, si sente inquieto, infelice e mettendo come da parte le sue ricchezze è tutto piede, tutto opere, tutto parole, tutto occhio alle altre ricchezze che vorrebbe acquistare.

    Poveretto, come può essere felice, pacifico, se gli manca la sorgente dei beni che gli dice, “riposati, tutto è tuo e tutto ciò che vuoi è in tuo potere”? Un altro è re, ma quanta infelicità sotto a quella corona! Timore di poter perdere il suo regno, speranze e avidità di acquistare altri regni, d’imperare a costo di guerre su tutto il mondo, sicché il possedere un regno non è altro che via aperta per rendere infelice ed inquieto il povero re. Un terzo è dotto, ma non possedendo tutte le scienze, sapendo di poter possedere altre scienze, non riposa, né si sente felice e pacifico. Quante volte innanzi ad un altro più scienziato di lui si sente umiliato e sente l’infelicità che le manca la pienezza della scienza? Ora, così succede nell’ordine soprannaturale. Quel tale è buono, ma non sente in sé che possiede la sorgente della bontà, perché si sente che alle occasioni la sua pazienza è debole, la sua fermezza nel bene è intermittente, la sua carità spesso spesso zoppica, la sua preghiera è incostante. 

      Ciò lo rendono infelice, inquieto, perché vede che la sua bontà non è intera, è come a metà e l’altra metà che le manca serve a torturarlo ed a infelicitarlo. Poveretto, come si vede chiaro che gli manca il regno della mia Divina Volontà, perché se regnasse in lui possederebbe la sorgente della bontà che gli direbbe: “Riposati, tutto è in tuo potere, sorgente di pazienza, di fermezza, di carità, di preghiera”. E sentendo in sé la sorgente, si sentirebbe distendere dentro e fuori di lui il mare della felicità e della pace, e l’infelicità ed inquietudine non troverebbe più la via per entrare in lui. 

       Un altro è santo, ma alle circostanze non sente in sé la sorgente della santità, la luce che tutto fa conoscere, che tutto gli addita, la strada e la felicità: la conoscenza di Dio non è piena, l’eroismo delle virtù vacillano in lui. Onde con tutta la sua santità non è felice, né pacifico, perché mancando il totale dominio del mio «Fiat Divino», gli manca la sorgente della luce che eclissa il germe di tutti i mali e vi sostituisce la sorgente della felicità e della pace. Ecco perciò, fintantoché le creature non faranno regnare la mia Divina Volontà, nel mondo non si avrà neppure l’idea, né conoscenza vera di ciò che significa pace vera e pienezza di felicità. 

     Tutte le cose per quanto buone e sante non avranno la loro pienezza, perché mancando il dominio ed il regnare del mio Supremo Volere, manca chi comunica la sorgente di tutte le felicità, che essendo sorgente si può prendere ciò che si vuole e come si vuole. Ecco perciò le mie premure, perché la mia Volontà sia conosciuta e formi il suo regno in mezzo alle creature. Perché voglio vederle felici e di quella felicità con cui le feci uscire nel crearle e furono messe fuori dal seno del loro Creatore che possiede tutte le felicità possibili ed immaginabili”.

     Dopo di ciò seguivo il santo Voler Divino e sentendomi priva del mio dolce Gesù deliravo, perché volevo Colui che facendomi smaniare mi faceva provare il più duro martirio, tanto da non poterne più. Ed il mio sempre amabile Gesù uscendo da dentro il mio interno mi ha detto:

     “Figlia mia il martirio dell’anima è più grande, più nobile, contiene un valore tanto grande che paragonato a quello del corpo, oh! come resta dietro. Questo è limitato, è piccolo di fronte a quello dell’anima. L’anima è luce, il corpo è materia e, martirizzandosi il corpo, il sangue che versa non si allarga, non si diffonde lontano ma bagna solo quel piccolo spazio di terra dove si trova. Perciò i suoi effetti sono limitati e sono a luoghi, a tempo e a persona. Invece quello dell’anima è luce e quando questa luce viene trafilata, messa sotto torchio, la luce si diffonde, si innalza, si stende sempre più. Chi può restringere e circuire la luce del sole? Nessuno! Chi mai può impedire che i suoi raggi solari investano tutta la terra e facciano sentire il suo calore a tutti? Nessuno! Non c’è potenza contro la luce, non ci sono armi che possano ferirla e ucciderla. Tutte le potenze insieme sono impotenti contro la luce. O vogliono o non vogliono sono costretti a dargli il suo corso e a farsi investire. 

    E se qualcuno preso da pazzia pensasse di fermarla, la luce con una potenza tutta sua naturale si riderebbe di lui e vincitrice gli spruzzerebbe più luce. Ora l’anima è più che sole e quando soffre la mia privazione come gira e resta premuta sotto il torchio di essa, tanti raggi di più acquista per distendersi e allargarsi di più. E siccome è pena d’una vita Divina, l’anima facendo la Divina Volontà, in questo martirio offre l’atto più bello e la sua luce si stende tanto che nessuno la può raggiungere, perché entra in mezzo a questo martirio una Volontà Divina causata dalla privazione del tuo Gesù. La materia non entra affatto in questo martirio, ma tutto è luce.

   Luce è il tuo Gesù, luce è la mia Volontà, luce è l’anima tua, che forma tale incanto di luce che cielo e terra restano investiti e a tutti portano il beneficio del calore e della luce. Perciò il martirio del corpo è un nulla a confronto di questo”.

lunedì 10 luglio 2017

«IL CIELO E LA TERRA PASSERANNO, MA LE MIE PAROLE NON PASSERANNO». Mt 24,35

  *

BENEDETTO XVI : 

“La mia decisione 

di rinunciare all’esercizio attivo 

del ministero, non revoca questo. 

Non ritorno alla vita privata”.

*





ESORCISMO DELL’11 FEBBRAIO 2013


L’annuncio del Romano Pastore della Chiesa Universale, suscita in noi riflessione e timore per quanto sta attraversando la vacillante barca di Pietro.
A tal proposito riportiamo la confessione fatta da Lucifero, durante un esorcismo, che lascia sbigottiti e sgomenti, qualora le sue parole risultassero confermate nel prossimo futuro.
Ecco il testo integrale:
Esorcista: Nel nome dell’Immacolata Vergine Maria, ti ordino di dire la verità su quanto sta accadendo alla Chiesa di Cristo?
Lucifero: ” Noooooo, Quella là nooooo!
Il solo sentire pronunciare il Suo Nome è per me e per noi demoni, un tormento infinito.

Non voglio parlareeeeeeeeee, ma l’Alta Dama mi obbliga a risponderti Prete schifoso!
La Chiesa Cattolica è sotto attacco! Le potenze delle tenebre sono scatenate contro la Sposa di quello che abbiamo appeso alla Croce. E’ l’ultimo assalto che stiamo portando alla sua Chiesa. Le dimissioni del Pontefice, prese in piena libertà e coscienza, aprono la strada al nostro ultimo attacco frontale.


Quello lassù sta per ritornare sulla terra, non so né il dove e né il quando, ma sento che quel giorno è molto, molto, molto vicino. Le mie stesse forze vanno sempre più affievolendosi, pertanto, devo concentrarmi e recuperare tutte le energie per convogliare i miei miliardi di demoni contro la Sede Apostolica.
Non basta la corruzione, non basta l’avidità di denaro, non basta suscitare gli scandali, bisogna condurre una battaglia che abbia come esito finale la distruzione della cosiddetta Chiesa di Roma.
Esorcista: Nel nome di Cristo, dimmi cosa vuoi fare contro la dolce Sposa di Dio?
Lucifero: Sono duemila anni che noi angeli decaduti con l’aiuto di uomini di Chiesa e di politicanti da strapazzo, cerchiamo di colpire mortalmente Quella tremenda Invenzione del Nazareno. Purtroppo non ci siamo ancora riusciti, perché essa appartiene all’Onnipotente.
Tutti i nostri sforzi risultano vani, perchè le porte dell’inferno, come Quel crocefisso disse, non prevarranno. Ma noi non ci arrendiamo. Continueremo a colpirla, a ferirla, a farla sanguinare, anche grazie a chi, dall’interno di essa, si è consegnato nelle nostre mani.
Dobbiamo arrivare ad occupare il trono del Vicario di Quello inchiodato alla croce. Con le buone o con le cattive. Costi quel che costi.
Stiamo lavorando a spopolare i seminari, a far chiudere i conventi, ma non riusciamo a far smettere quelle donne e quegli uomini, rinchiusi dietro una grata, di pregare. Ancora ci sono giovani che si dedicano alla preghiera nel silenzio di quei monasteri. Maledetti! quanto ci fanno male quelle vite donate all’Altissimo.
Esorcista: In nome di Dio Onnipotente, ti ordino di dirmi cosa stai cercando di fare e di organizzare?
Lucifero: Nooooooo! Non te lo dicooooooo!
Esorcista: Ti ordino per il Sangue Preziosissimo di Cristo, di dirmi quanto ti ho chiesto?
Lucifero: Quello lassù è stanco dei vostri peccati, è disgustato dell’azione degli uomini, è deluso dall’agire delle donne. Siete affogati nel peccato. La maggior parte dell’umanità è mia, morta spiritualmente e non riesce a risollevarsi.
Ormai molti Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, sono in totale dissenso rispetto alla Tradizione della vostra Chiesa, sono in disaccordo sul conservatorismo papista.
E dietro il progressismo, dietro certe aperture post conciliari ci siamo noiiiiiiiii! Perchè vogliamo la confusione, la dissociazione, la divisione dentro e fuori la Sede petrina, come la chiamate voi.
Continuate pure a credere che tutto è una favola pretigna, cosi il numero di quelli che precipitano qui all’inferno aumenterà sempre più. Ormai non si contano più.
Esorcista: Nel nome dei Santi Martiri, di San Pio, di Santa Bernadette, di la verità sul futuro della Chiesa di Roma?
Lucifero: Non conosco il domani. Questo lo conosce solo Lui. Non so cosa accadrà tra un istante, perchè lo sa solo Lui. Non prevedo eventi, ma solo il presente.
Sono un perdente, uno che si è ribellato ed ha perso tutto. Ho perso il paradiso. Per sempre. Ma ho un obiettivo: trascinare quante più anime possibili nel mio regno di tormento. Voglio vendicarmi della mia cacciata dal paradiso, con lo strappargli anime. E’ questa la mia eterna vendetta.
Io non sono eterno, sono creatura proprio come voi, ma molto più forte di voi, molto più potente, più abile, più astuto. Sfrutto la mia astuzia per rovinarvi.
Posso dirti, brutto pretaccio, che provocheremo un attacco terribile contro la Chiesa romana, faremo tremare le sue mura, ma non scalfiremo la sua Stabilità.
Abbiamo fatto nascere la crisi economica per impoverire la popolazione mondiale, scoraggiare chi prega e infondere il veleno dell’allontanamento da Lui.
Non lasciamo nulla di intentato pur di separare la creatura dal Suo Creatore. Tutto ciò che può rovinarvi eternamente lo attuiamo.
Ma ora ci stiamo concentrando sulla Chiesa e sino a quando il nostro lavoro distruttore non sarà compiuto non le daremo pace.
Ho chiesto degli anni a Quello lassù. Ora è il nostro tempo, quindi siamo scatenati, ben sapendo che il periodo concesso sta per terminare.
Sento il tuono dell’Onnipotente che mi ricorda il mio nulla e l’obbedienza che, anche contro la mia volontà, gli devo.
Quel papa della “Rerum Novarum”, vide, mentre celebrava la Messa, i demoni fuoriuscire dalle viscere della terra e diffondersi dappertutto. Cosi scrisse quell’odiosa preghiera al Principe delle Milizie celesti, che noi, però, abbiamo fatto abolire al termine della celebrazione.
Oggi la terra è completamente invasa dai miei angeli decaduti, e se riusciste a vedere con gli occhi dello spirito, vi accorgereste che è tutto buio. Totalmente buio.
Se vedeste i mostri infernali agirarsi per il mondo morireste di paura per la forma orribile che hanno. Eppure non ci credete.
Esorcista: Nel nome della Santissima Trinità dimmi cosa hai in mente di fare contro l’umanità?

Lucifero: Distruggerla con tutte le mie forze. Ridurla in schiavitù. In una parola: Dannarla. Devo provocare guerre, devastazioni, catastrofi, portandovi all’esasperazione e alla bestemmia. La crisi devo aggravarla, ridurre in miseria sempre più persone, conducendole alla disperazione di non potersi liberare.
Poi devo trasformare radicalmente la vostra cosiddetta società civile in una grossa rolla per porci. Vi ci faccio sguazzare dentro, per poi perdervi all’inferno.
I miei servi sono già all’opera, molti devono fare il lavoro sporco che io ho comandato loro di fare, sino alla fine.
La terra deve essere un enorme cimitero, dove i pochi sopravvissuti saranno costretti ad adorarmi e servirmi come un dio. E’ questo il mio fine: essere dio al posto di Lui.
Molti mi celebrano il culto, altri mi invocano, altri ancora mi adorano. Ma non sanno che sono già dannati. Per una manciata di euro e qualche piacere si concedono a me, finendo per consegnarsi ai miei artigli.
Vedrete cosa farò alla vostra Chiesa, che scisma provocherò, peggiore di quelli passati. Vedremo quanti sono dalla Sua parte e quanti dalla mia.
Il tempo sta per finire ed Io sono tutto preso dall’aumentare il numero di coloro che passano dalla nostra parte. Tutti devono riconoscermi come unico signore, anche se sono un nulla.

Esorcista: Nel nome di Santa Gemma Galgani, di Santa Teresa di Gesù Bambino, di Santa Maria Goretti, cosa dobbiamo fare per vincerti e salvarci l’anima?
Lucifero: Noooooo! Non voglio parlareeeeeee!
Quello lassù mi costringe a risponderti.
La preghiera del Rosario, quella corona maledetta che tante anime ci strappa, è potentissima contro di noi, è un martello che ci schiaccia.


Ritornate in Chiesa, confessatevi settimanalmente e comunicatevi spesso. Controllatevi, sopportatevi reciprocamente i difetti. Amatevi e fate risplendere in voi la luce della Fede. La pace l’otterrete solo con la corona tra le mani, solo con la comunione sovente.
Andate a Messa, con devozione e rispetto, a costo di qualunque avversità. Essa e solo essa può salvarvi dalla dannazione eterna. E’ uno scudo potente contro l’inferno, contro le tentazioni, contro le seduzioni del Male.

Pregate per Papa Benedetto, ha sofferto molto per i peccati compiuti nella Chiesa, il peso degli stessi lo ha indebolito nel fisico e nell’anima, ma non l’ho vinto.
Pregate per i Cardinali, MOLTI DEI QUALI SONO MIEI, pregate per i vescovi che ormai vanno per conto loro.

Pregate per i sacerdoti hanno bisogno del sostegno delle vostre preghiere. Pregate per i nemici, gli amici, gli sconosciuti, i lontani, e Lui si ricorderà di voi.
Quellà lassù è triste perchè vede ogni giorno molti suoi figli precipitare all’inferno, nonostante le sue continue apparizioni, a cui non crede quasi nessuno.
Le sue lacrime versate per lo stato pietoso in cui molte anime vivono, stanno per terminare e lasceranno spazio ai castighi del Cielo”.



Fonte : Ecclesia Dei





– LIBRO DI CIELO – 

*
*II VOL. 1 AGOSTO 1899*

SULLA PURITÀ. 
SILENZIO E PIANTO DI GESÙ PER LE CREATURE.

       Questa mattina il mio soavissimo Gesù, trasportandomi fuori di me stessa, mi faceva vedere la corruzione in cui è decaduto il genere umano.  Fa orrore a pensarlo!  Mentre mi trovavo in mezzo a queste genti, Gesù diceva, quasi piangendo:

     “Oh uomo, come ti sei deturpato, deformato, snobilitato!  Oh uomo, Io ti ho fatto perché fossi mio vivo tempio e tu invece ti sei fatto abitazione del demonio!  Guarda, anche le piante, coll’essere coperte di foglie e di fiori e frutti, ti insegnano l’onestà, il pudore che tu devi avere del tuo corpo;  e tu, avendo perduto ogni pudore ed anche soggezione naturale che dovresti avere, ti sei reso peggiore delle bestie, tanto che non ho più a chi rassomigliarti!  Immagine mia tu eri, ma ora non più ti riconosci, anzi, Mi fai tanto orrore delle tue impurità, che Mi fai nausea al vederti e tu stesso Mi costringi a fuggire da te”.

    Mentre così diceva Gesù, io mi sentivo straziare dal dolore nel vederlo così amareggiato il mio diletto Gesù, perciò Gli ho detto:  Signore, avete ragione che non trovate più niente di bene nell’uomo e che è giunto a tale cecità che non sa neppure più tenersi alle leggi della natura, onde, se volete guardare l’uomo, non farete altro che mandare castighi.  Perciò, Vi prego ad avere di mira la vostra Misericordia e così sarà rimediato tutto”.  Mentre così dicevo, Gesù mi ha detto:

Figlia, dammi tu un ristoro alle mie pene”.

     Nell’atto di dire così, si è tolto la corona di spine che pareva incarnata nella sua adorabile testa e me l’ha conficcata nella mia.  Vi sentivo dolori acerbissimi, ma ero contenta ché Si ristorava Gesù.  Dopo ciò, mi ha detto:


Figlia, Io amo grandemente le anime pure e, come dagli impuri sono costretto a fuggire, da queste, invece, come da calamita, sono tirato a fare soggiorno con loro.  Alle anime pure volentieri impresto la mia bocca per farle parlare con la stessa mia lingua, sicché non hanno da durare fatica per convertire le anime.  In dette anime Io Mi compiaccio non solo di continuare in loro la mia Passione e così continuare ancora la Redenzione, ma quello che è più, Mi compiaccio sommamente di glorificare in loro le mie stesse virtù”.

lunedì 3 luglio 2017

«FULMINI E SAETTE → SULLA CROCE DI SAN PIO»

Arma le mani di folgori e le scaglia contro il bersaglio.
Lo annunzia il suo fragore, riserva d'ira contro l'iniquità. 


Giobbe 36,32-33



*

Tanta paura ieri pomeriggio a San Giovanni Rotondo. 

Un violentissimo temporale ha rovesciato le sue abbondanti acque con fulmini e saette
che hanno addirittura colpito la croce della nuova chiesa dedicata a San Pio da Pietrelcina. 

Mai successo.

Le fragorose scariche hanno spezzato la croce alla sommità - alta 40 metri - danneggiando solo quel fronte 
rivolto verso la Casa della Divina Volontà di Adriana Pallotti, 
figlia spirituale di Padre Pio. 

I pezzi sono giunti sino a me, adagiandosi persino sui gradini.

Non sappiamo se pure in questo luogo come altrove corre lo stesso detto. 

Tuttavia però crediamo che anche qui, a San Giovanni Rotondo, 

non cade foglia che Dio non voglia


Al buon intenditor, poche parole bastano!
Luciano Mirigliano



*
TERZO CANTO DEL SERVO DEL SIGNORE


6Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,

le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.
7Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.
8È vicino chi mi rende giustizia:
chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci.
Chi mi accusa? Si avvicini a me.
9Ecco, il Signore Dio mi assiste:
chi mi dichiarerà colpevole?
Ecco, come una veste si logorano tutti,
la tignola li divora.

Isaia 50,6-9


 LIBRO DI CIELO –

*

*XII VOL. 12 GIUGNO 1918*

L’UOMO COL PECCATO 
VA INCONTRO ALLA GIUSTIZIA DIVINA. 
GESÙ HA FATTO TUTTO PER NOI.

    Trovandomi nel solito mio stato, stavo dicendo al mio sempre amabile Gesù: Come è possibile, Tu hai fatto tutto per noi, hai soddisfatto tutto, hai in tutto reintegrato la gloria del Padre da parte delle creature, in modo da coprirci tutti come con un manto d’amore, di grazie, di benedizioni, e con tutto ciò i flagelli cadono quasi rompendo il manto di protezione di cui ci hai coperto”. 

Ed il mio dolce Gesù, interrompendo il mio dire mi ha detto:

    “Figlia mia, è vero tutto ciò che tu dici. Tutto, tutto ho fatto per la creatura. L’amore mi spingeva tanto verso di lei, che per essere sicuro di metterla in salvo, la volli ravvolgere dentro del mio operato come dentro d’un manto di difesa. Ma la creatura, ingrata, col peccato volontario rompe questo manto di difesa, sfugge da sotto le mie benedizioni, grazie e amore, e mettendosi a cielo aperto resta colpita dai fulmini della divina giustizia. Non sono Io che colpisco l’uomo, è lui che col peccato viene incontro a riceverne i colpi. Prega, prega per la grande cecità delle creature”.


sabato 1 luglio 2017

«CHARLIE, AYLAN → GESÙ BAMBIN»


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«Siamo arrivati al capolinea della cultura della morte

Sono le istituzioni pubbliche, i tribunali, 
a decidere se un bambino ha o non ha il diritto di vivere.

Anche contro la volontà dei genitori. 

Abbiamo toccato il fondo delle barbarie. 

Siamo figli delle istituzioni, e dobbiamo la vita ad esse? 

Povero Occidente: 
ha rifiutato Dio e la sua paternità 
e si ritrova affidato alla burocrazia! 

L'angelo di Charlie vede sempre il volto del Padre. 

Fermatevi, in nome di Dio. 

Altrimenti vi dico con Gesù: 
“Sarebbe meglio che vi legaste al collo una macina da mulino 
e vi gettaste nel più profondo del mare”.»

Card. Carlo Caffarra

* * * * * * *


*
*XXXV VOL. 10 GENNAIO 1938*

LA PRIMA PREDICA 
CHE FECE IL PICCOLO RE GESÙ, 
AI BAMBINI D’EGITTO.

    Stavo facendo il giro nel «Fiat Divino». Ed oh! Come sospiro che nessun atto mi sfugga di quello che ha fatto, tanto nella Creazione quanto nella Redenzione. Pare mi manchi qualche cosa, se tutto ciò che ha fatto io non lo riconosco, non lo amo, non lo bacio, non me lo stringo al cuore, come se fosse mio. Ed il Divino Volere resterebbe come scontento, se chi vive in Esso non conosce tutti gli atti suoi, e non trova in tutto ciò che ha fatto il piccolo ti amo di chi tanto ama; e non vi è cosa che non ha fatto per lei. Onde sono giunta a seguire quando il Celeste Bambino si trovava in Egitto, nell’atto quando faceva i suoi primi passi. Ed io baciavo i suoi passi, mettevo il mio ti amo ad ogni passo che faceva, e gli chiedevo i primi passi della sua Volontà a tutte le umane generazioni. Io cercavo di seguirlo in tutto, se pregava, se piangeva, gli chiedevo che la sua Volontà animasse tutte le preghiere delle creature, e che le sue lacrime rigenerassero la Vita del suo «Fiat» nell’umana famiglia. Onde, mentre stavo attenta a seguirlo in tutto, il piccolo Re Bambino, visitando la povera anima mia mi ha detto:

     “Figlia del mio Volere, come sono contento quando la creatura non mi lascia solo. Me la sento dietro, avanti, in tutti gli atti miei. Ora, tu devi sapere che il mio esilio in Egitto non fu senza conquiste. Quando giunsi all’età di circa tre anni, dal nostro piccolo tugurio sentivo i fanciulli che giocavano, gridavano in mezzo alla strada, ed Io, piccolo qual ero, uscivo in mezzo a loro. Come mi vedevano mi correvano intorno, e chi più si voleva mettere vicino, perché era tanta la mia beltà, l’incanto del mio sguardo, la dolcezza della mia voce, che si sentivano rapire ad amarmi. Perciò mi facevano ressa d’intorno e mi amavano tanto, che non si sapevano distaccare da Me. Ora, anch’Io amavo questi bambini, e siccome l’amore quando è vero cerca di farsi conoscere, non solo, ma di dare ciò che può rendere felice nel tempo e nell’eternità, ora, a questi piccoli Io feci la mia prima predichina, adattandomi alla loro piccola capacità. Molto più, che possedendo l’innocenza mi potevano più facilmente capire. 

     Ora, vuoi sentire quale fu la mia predica? Dicevo loro: “Bambini miei, ascoltatemi. Io vi amo assai, e voglio farvi conoscere la vostra origine. Guardate il cielo, lassù tenete un Padre Celeste che vi ama assai, ma vi ama tanto, che non si contentò di farvi da Padre dal Cielo, di guidarvi, di crearvi un sole, un mare, una terra fiorita, per rendervi felici. Ma amandovi d’un amore esuberante, volle scendere nei vostri cuori, formare la sua Reggia nel fondo dell’anima vostra, facendosi dolce prigioniero di ciascuno di voi. Ma per far che? Per dar vita al vostro palpito, respiro e moto. Sicché voi camminate, e cammina nei vostri passi, si muove nelle vostre manine, parla nella vostra voce, e mentre camminate, vi movete, siccome vi ama assai, or vi bacia, or vi stringe, or vi abbraccia e vi porta come in trionfo, ché siete i cari suoi figli. Quanti baci e abbracci nascosti non vi dà questo nostro Padre Celeste, e voi, perché disattenti, non avete fatto incontrare il vostro bacio al suo, ed i vostri abbracci al suo paterno amplesso, e Lui è rimasto col dolore che i suoi figli non l’hanno né baciato né abbracciato. 

    Ora, bambini miei cari, sapete che vuole da voi questo Padre Celeste? Vuol essere riconosciuto in voi, che tiene la sua sede nel centro dell’anima vostra, e siccome Lui vi dà tutto, né vi è cosa che Lui non vi dà, vuole il vostro amore in tutto ciò che fate. Amatelo, l’amore non si parta mai dal vostro cuoricino, dalle vostre labbra, dalle vostre opere, da tutto, e questo sarà il cibo prelibato che darete alla sua Paternità. Lui vi ama assai e vuole essere amato. Nessuno può giungere ad amarvi come Lui vi ama; tanto vero, che avete anche un padre terreno, ma quanto è dissimile dall’amore del Padre Celeste, lui non vi segue sempre, non vigila i vostri passi, non dorme insieme, né palpita nel vostro cuore, e se cadete neppure ne sa nulla. 

    Invece il Padre Celeste non vi lascia mai, se state per cadere vi dà la mano per non farvi cadere, se dormite vi veglia, e anche se giocate e fate delle impertinenze sta con voi e conosce tutto ciò che fate. Perciò amatelo assai, assai”. Ed accendendomi di più dicevo loro: 

    “Datemi la parola che lo amerete sempre, sempre. Dite insieme con Me: “Vi amiamo, Padre nostro che sei nei Cieli, vi amiamo Padre nostro che risiedete nei nostri cuori”.

    Figlia mia, al mio dire, i bambini, chi si commoveva, chi piangeva di gioia, chi restava rapito, chi si stringeva tanto forte a Me, che non mi volevano più lasciare. Io facevo sentire la Vita palpitante del mio Padre Celeste nei loro cuoricini, e loro ne gioivano, facevano festa, perché non più avevano un Padre lontano, ma nel proprio cuore. Ed Io per rassodarli e per dar loro la forza a partirsi da Me, li benedivo, rinnovando sopra di quei fanciulli la nostra Forza Creatrice, invocando la potenza del Padre, la sapienza di Me, Figlio, e la virtù dello Spirito Santo; e dicevo loro: “Andate, e poi ritornerete”. E così si partivano. Ma poi ritornavano gli altri giorni, ma quasi a turbe una folla di fanciulli, si mettevano a spiare quando dovevo uscire, e per vedere che cosa Io facessi nel nostro tugurio. 

      E quando Io uscivo mi battevano le mani, mi facevano festa, gridavano tanto, che la mia Mamma usciva alla porta, per vedere che cosa succedeva. Ed oh! Come restava rapita nel vedere il suo piccolo Figlio parlare con tanta grazia a quei bambini, che si sentiva scoppiare il cuore per amore, e vedeva in essi le primizie della mia Vita quaggiù, perché di questi fanciulli che mi ascoltarono, nessuno si perdette. Il conoscere che avevano un Padre nei loro cuori, fu come caparra di poter possedere la Patria Celeste, per amare quel Padre che già stava anche nel Cielo. Figlia mia, questa mia predica che Io, piccolo Bambino, facevo ai fanciulli d’Egitto, era il fondamento, la sostanza della creazione dell’uomo. Essa contiene la dottrina più necessaria, la santità più alta; fa sorgere l’amore in ogni istante per amarsi il Creatore e la creatura. 

     Qual dolore nel vedere tante piccole vite, che non conoscono la Vita d’un Dio nelle loro anime, crescono senza Paternità Divina, come se fossero soli nel mondo; non sentono né conoscono quanto sono amati. Come possono amarmi? Quindi, tolto l’amore, il cuore indurisce, la vita abbruttisce e, povera gioventù, si dà in braccio ai più gravi delitti. Questo è un dolore per il tuo Gesù, e voglio che sia un dolore per te, affinché preghi per tanti che insegnino che sto nei loro cuori, che amo e voglio essere amato”.