sabato 4 luglio 2015

«SIMONE DI GIOVANNI, MI AMI TU PIÙ DI COSTORO?». Gv 21,15-19

*
IL CUORE DELL'UOMO, 
DELL'UMANO VOLERE. 

CHIESA SACERDOTALE
E
MILITANTE.

CONTAGIO.
*
LUCIANO MIRIGLIANO
*
*XII VOL. 8 GENNAIO 1919*

IL DIVIN VOLERE TIENE IL POTER
DI RENDERE INFINITO
TUTTO CIÒ CHE 
ENTRA 
NELLA DIVINA VOLONTÀ.
*

    Continuando il mio solito stato, me ne stavo tutta afflitta, priva del mio dolce Gesù; ma tutto all’improvviso è venuto, stanco ed afflitto, quasi cercando un rifugio nel mio cuore per sottrarsi dalle gravi offese che gli facevano, e dando in sospiro mi ha detto: 



    “Figlia mia, nascondimi, non vedi come mi perseguitano? Ahimè! mi vogliono mettere fuori, oppure darmi l’ultimo posto. Fammi sfogare; è da molti giorni che niente ti ho detto della sorte del mondo né dei castighi che mi strappano con la loro malvagità, e la pena tutta è concentrata nel mio cuore. 

    Voglio dirla a te per fartene parte, e così divideremo insieme la sorte delle creature, per poter pregare, soffrire e piangere insieme per il bene loro. Ah! figlia mia, ci saranno contese fra loro; la morte mieterà molte vite ed anche sacerdoti. 

    Oh! quante maschere vestite da preti, li voglio togliere prima che sorga la persecuzione alla mia Chiesa e le rivoluzioni, chi sa se si convertano in punto di morte; altrimenti, se li lascio, queste maschere nella persecuzione si toglieranno la maschera, si uniranno ai settari e saranno i nemici più fieri della Chiesa, e la loro salvezza riuscirà più difficile”. 

    Ed io tutta afflitta ho detto: “Ah! mio Gesù, che pena sentirvi parlare di questi benedetti castighi; ed i popoli come faranno senza sacerdoti? Già sono abbastanza pochi, altri vuoi togliere, e chi amministrerà i sacramenti? Chi insegnerà le tue leggi?

    E Gesù: “Figlia mia, non ti accorare troppo, lo scarso numero è nulla, Io darò ad uno la grazia, la forza che do a dieci, a venti, ed uno varrà per dieci o per venti, Io a tutto posso supplire; e poi, i molti preti non buoni sono il veleno dei popoli, invece di bene fanno male, ed Io non faccio altro che togliere i primi elementi che avvelenano le genti”. 

    Gesù è scomparso ed io son rimasta con un chiodo nel cuore di ciò che mi ha detto, e quasi inquieta al pensare alle pene del mio dolce Gesù ed alla sorte delle povere creature. E Gesù è ritornato, e cingendomi il collo col suo braccio ha soggiunto: 

    “Diletta mia, coraggio, entra in Me, vieni a nuotare nel mare immenso del mio Volere, del mio amore, nasconditi nel Volere ed amore increato del tuo Creatore; il mio Volere tiene il poter di rendere infinito tutto ciò che entra nella mia Volontà e d’innalzare e trasformare gli atti delle creature come atti eterni, perché ciò che entra nella mia Volontà acquista l’eterno, l’infinito, l’immenso, perdendo il principio, il finito, la piccolezza; quale è il mio Volere, tali rende gli atti loro. 

    Perciò dì, grida forte nel mio Volere: Ti amo. Io sentirò la nota del mio amore eterno, sentirò l’amore creato nascosto nell’amore increato e mi sentirò amato dalla creatura con amore eterno, infinito, immenso e quindi, un amore degno di Me, che mi supplisce e può supplirmi all’amore di tutti”.

    Io son rimasta sorpresa ed incantata, dicendo: “Gesù, che dici?” 

    E Lui: “Cara mia, non ti meravigliare, tutto è eterno in Me, nessuna cosa tiene principio né avrà fine, tu stessa e tutte le creature eravate eterne nella mia mente, l’amore con cui formai la Creazione, che si sprigionò da Me e che dotò ogni cuore, era eterno. 

    Che meraviglia dunque che la creatura, lasciando il proprio volere, entra nel mio ed unendosi all’amore cui la vagheggiavo ed amavo fin dalla eternità, e concatenandosi con l’amore eterno da cui uscì, fa i suoi atti, mi ama, acquista il valore e potere eterno, infinito, immenso? 

    Oh! come poco si conosce il mio Volere, perciò né amato né apprezzato, ed è per ciò che la creatura si contenta di starsi nel basso ed operare come se non avesse un principio eterno, ma temporaneo”. 

Io stessa non so se sto dicendo spropositi. 

    Il mio amabile Gesù getta tale luce nella mia mente di questo suo Santissimo Volere, che non solo non posso contenerla, ma mi mancano i giusti vocaboli per esprimermi. 

    Onde, mentre la mia mente si perdeva in questa luce, il benedetto Gesù mi ha dato una similitudine, dicendomi:

    “Per farti comprendere meglio ciò che ti ho detto, immaginati un sole, questo sole spicca tante piccole luci che diffonde su tutto il creato, dandole piena libertà di vivere, o sparse nel creato, oppure nello stesso sole da cui sono uscite; non è giusto che le piccole luci che vivono nel sole, i loro atti, il loro amore, acquistino il calore, l’amore, il potere, l’immensità dello stesso sole? 

    Del resto, loro stavano nel sole, sono parte del sole, vivono a spese del sole e fanno la stessa vita del sole. A questo sole niente accrescono o diminuiscono, perché ciò che è immenso non è soggetto né a crescere né a decrescere; solo riceve la gloria, l’onore che le piccole luci ritornino a lui, e facciano vita comune con lui, e questo è tutto il compimento e la soddisfazione del sole. 
    
    Il Sole sono Io, le piccole luci che escono dal Sole è la Creazione, le luci che vivono nel sole sono le anime che vivono nella mia Volontà. Ora hai capito?

Credo di si”. 

    Ma chi può dire ciò che comprendevo? Avrei voluto tacere, ma il Fiat di Gesù non ha voluto ed io ho baciato il suo Fiat, ed ho scritto nel suo Volere. Sia sempre benedetto.

*


*DONACI IL TUO FIAT, SIGNORE!*