venerdì 8 dicembre 2017

«L'IMMACOLATA: TRIONFO DI DIO.»

«Il Mio Cuore Immacolato Trionferà!».
La profezia 
di Nostra Signora di Fatima


Oggi, in questa ricorrenza così speciale, dell'Immacolata, è festa grande e in Cielo e in terra.

Dice infatti Gesù a Luisa: “Oggi è la festa più grande perché la Divina Volontà ebbe vita nella Regina del Cielo;  fu la festa di tutte le feste [...]. Quindi oggi è anche la festa tua, in modo speciale per la missione datati della mia Divina Volontà.  Perciò vieni nei mari dell’Immacolata Regina a godere della sua e tua festa”. [Cfr. LdC XXV VOL. 8 Dicembre 1928].

Parola del Signore.

Pertanto, se è festa così grande su tutta la terra, essa lo sarà ancor di più a Corato laddove ha operato la eccelsa Serva di Dio Luisa Piccarreta. Allora pure a San Giovanni Rotondo oggi si gioisce, in modo particolare alla Casa di Preghiera per il Regno della Divina Volontà, dove la piccola Adriana Pallotti ha vissuto a lungo e diffuso ampiamente il suo sublime Carisma, la scienza della adorabile Divina Volontà. Questo avvenne, come tutti ormai sanno, sotto la potente guida di San Pio da Pietrelcina, quel gran profeta che gliela aveva fatta costruire grande.

Attendiamo con “fede” il glorioso ritorno di Cristo e l'imminente Trionfo del Cuore Immacolato di Maria. 

Auguri!

P.S. Il prossimo 22 dicembre Adriana festeggia il primo anniversario della sua nascita al Cielo. Preghiamo!

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LIBRO DI CIELO

*XXV VOL. 8 DICEMBRE 1928*

PERCHÉ TUTTA LA CREAZIONE 
FESTEGGIÒ IL CONCEPIMENTO
DELLA SOVRANA REGINA.  

LA VERGINE ASPETTA NEI SUOI MARI 
LE ANIME SUE FIGLIE PER FARLE REGINE.
FESTA DELL’IMMACOLATO CONCEPIMENTO.

Stavo pensando:  “Perché tutta la Creazione esultò di gioia e tanto festeggiò l’Immacolata Regina nel suo Immacolato Concepimento?”  Ed il mio sempre amabile Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

     “Figlia mia, vuoi sapere il perché?  Perché la Divina Volontà ebbe il principio di sua Vita nella Bambinella Celeste, quindi il principio di tutti i beni in tutte le creature.  Non c’è bene che nella mia Divina Volontà non incomincia, scende, e sale nella sua sorgente.  

   Quindi questa Celeste Bambina avendo fin dal suo Immacolato Concepimento cominciata la sua vita nel Fiat Divino, ed essendo Lei dalla stirpe umana, colla mia Volontà acquistò la vita divina e colla sua umanità possedeva l’origine umana.  Onde ebbe la potenza di unire il divino e l’umano e diede a Dio ciò che l’umano non gli aveva dato e [gli aveva] negato, qual era la loro volontà, e diede agli uomini il diritto di poter salire agli amplessi del suo Creatore.  

    Colla potenza del nostro Fiat che teneva in suo potere legava Dio e gli uomini.  Sicché tutta la Creazione, Cielo e terra, e fin l’inferno, sentì nell’Immacolato Concepimento di questa Vergine Bambinella, neonata appena nel seno della sua mamma, la forza dell’ordine che Lei metteva in tutta la Creazione;  colla mia Volontà si affratellava con tutti, si abbracciava con tutti, amava tutto e tutti, e tutti la sospiravano, l’amavano e si sentivano onorati di adorare in questa privilegiata creatura la Divina Volontà.  Come non doveva festeggiare tutta la Creazione?  

   Perché fin allora l’uomo era stato il disordine fra tutte le cose create, nessuno aveva avuto il coraggio, l’eroismo di dire al suo Creatore:  ‘Non voglio conoscere la mia volontà, Te ne faccio un dono, voglio per vita solo il tuo Volere Divino’.  Invece questa Vergine Santa donò la sua volontà per vivere della Divina, e perciò la Creazione tutta sentì la felicità dell’ordine, che per mezzo suo le veniva restituita, ed a gara fecero, il cielo, il sole, il mare e tutti, per onorare Colei che possedendo il mio Fiat, dava il bacio dell’ordine a tutte le cose create.  Ed il mio Voler Divino Le metteva in mano lo scettro di Regina Divina e le cingeva la fronte colla corona del comando, costituendola Imperatrice di tutto l’universo”.

   Ond’io mi sentivo come annientata in me stessa;  le lunghe privazioni del mio dolce Gesù che mi rendono come senza vita, mi hanno bruciato il piccolo atomo della mia esistenza, il quale stando continuamente esposto ai raggi ardenti del Sole del Fiat Divino si sente disseccare tutti gli umori, e mentre si brucia, né muore né si consuma.  Onde non solo mi sentivo oppressa, ma disfatta.  Ed il mio dolce Gesù, come se volesse sollevarmi, facendosi sentire nel mio interno, dandomi un bacio mi ha detto:

     “Figlia mia, coraggio, non ti abbattere, anzi voglio che godi della tua sorte felice, che il mio Voler Divino investendoti e dardeggiandoti ti toglie tutti gli umori umani e te li ricambia in umori di luce divina.  Oggi è la festa dell’Immacolato Concepimento, mari d’amore, di bellezza, di potenza e di felicità straripano dalla Divinità sopra di questa celestiale creatura, e ciò che impedisce che le creature possano entrare in questi mari è l’umana volontà.  

      Noi ciò che facciamo una volta, rimane coll’atto continuato di farlo sempre, senza mai cessare.  Nella Divinità è natura dare, senza che mai finisce l’atto.  Quindi questi mari stanno straripando ancora e la Regina Madre aspetta le sue figlie, per farle vivere in questi mari per farle tante piccole regine.  Però è vietato d’entrare all’umana volontà, non c’è luogo per essa, e solo può avere accesso chi vive di Volontà Divina.  Perciò figlia mia, puoi entrare quando vuoi nei mari della Mamma tua, la mia Divina Volontà ti garantisce, e con Essa avrai libero il passo e l’entrata, anzi Lei ti aspetta, ti vuole.  E renderai Noi e Lei doppiamente felici, per causa della tua felicità.  Noi Ci sentiamo più felici nel dare, e quando la creatura non prende i nostri beni, soffoca in Noi la felicità che vogliamo darle.  

    Perciò non voglio che stia oppressa, oggi è la festa più grande perché la Divina Volontà ebbe vita nella Regina del Cielo;  fu la festa di tutte le feste, fu il primo bacio, il primo amplesso divino che la creatura dava al suo Creatore in virtù del nostro Fiat, che la Sovrana Bambina possedeva;  la creatura che si sedeva a mensa col suo Creatore.  Quindi oggi è anche la festa tua, in modo speciale per la missione datati della mia Divina Volontà.  Perciò vieni nei mari dell’Immacolata Regina a godere della sua e tua festa”.

    Onde mi son sentita trasportare fuori di me stessa in questi mari interminabili, ma mi mancano i vocaboli per dire ciò che ho provato, perciò faccio punto e passo avanti. Dopo di ciò, il giorno il Confessore  ha letto pubblicamente ciò che sta scritto nel quindicesimo volume sull’Immacolato Concepimento, ed il mio amato Gesù, come sentiva che leggeva faceva festa nel mio interno, e mi ha detto:

    “Figlia mia, come ne son contento!  Oggi si può dire che la mia Mamma Sovrana riceve dalla Chiesa gli onori divini, onorando in Lei come primo atto di sua vita la Vita della Divina Volontà.  Questi sono gli onori più grandi che si possono dare, che il volere umano non ebbe mai vita in Lei, ma sempre, sempre la Divina Volontà.  

   Questo fu tutto il segreto della sua santità, della sua altezza, potenza, bellezza e grandezza e simile;  fu il mio Fiat che col suo calore estinse la macchia d’origine e la concepì Immacolata e pura, e la mia Chiesa invece d’onorare la mia Volontà Divina causa primaria ed atto primo, onorava gli effetti di Essa, e la proclamava Immacolata, concepita senza peccato.  Si può dire che la Chiesa le dava gli onori umani, e non gli onori divini, quale giustamente si merita perché una Volontà Divina ebbe vita continua in Lei.  E questo era un dolore per Me e per Lei, perché né Io ricevevo dalla mia Chiesa gli onori d’una Volontà Divina abitante nella Regina del Cielo, né Lei gli onori dovuti perché diede in Lei il luogo di formare la vita del Fiat Supremo.

     Perciò oggi col fare conoscere che tutto fu in Lei il prodigio del mio Volere, le altre sue prerogative e privilegi furono in ordine secondario e come conseguenza degli effetti di quella Volontà Divina che La dominava, si può dire che oggi si festeggia con decoro, gloria divina e magnificenza la festa dell’Immacolato Concepimento, che si può chiamare con più Verità il concepimento della Divina Volontà nella Sovrana del Cielo.  E questo concepimento fu causa di tutto ciò che è e fece, e dei grandi prodigi di questa Celeste Bambina”.

Dopo di ciò con un’enfasi più tenera ha soggiunto:

  “Figlia mia,  com’èra bella, dilettevole, vedere questa Celeste Bambinella fin dal suo Immacolato Concepimento!  Si guardava e si vedeva la sua piccola terra presa dalla stirpe umana, e dentro di questa piccola terra si vedeva il Sole del nostro Eterno Volere, che non potendolo contenere straripava fuori di Lei e si allungava tanto che riempiva Cielo e terra.  Fecimo un prodigio della nostra Onnipotenza, per fare che la piccola terra della piccola Reginetta potesse racchiudere il Sole del nostro Voler Divino.  

   Sicché si vedeva terra e Sole, quindi tutto ciò che faceva, se pensava, se parlava, se operava, se camminava, i suoi pensieri erano raggi di luce, le sue parole si convertivano in luce, tutto era luce che usciva da Lei, perché essendo la sua piccola terra, più piccola del Sole immenso che racchiudeva i suoi atti, si sperdevano nella sua luce.  E siccome questa piccola terra della Sovrana Celeste era vivificata, animata e conservata continuamente dal Sole del mio Fiat, si vedeva sempre fiorita, ma delle più belle fioriture che davano in frutti dolcissimi, da attirare i nostri sguardi divini e restarne rapiti, ma tanto che non potevamo fare a meno di guardarla, tanta era la bellezza e felicità che ci dava.  

   Tutta bella era la Verginella Immacolata, la sua bellezza era incantatrice e rapitrice, basta dire che era un prodigio del nostro Volere per poter dire tutto.  Oh, se le creature conoscessero che significa vivere di Volontà di Dio, metterebbero la vita per conoscerla e vivere in Essa”.

sabato 11 novembre 2017

«8 MAGGIO → QUIS UT DEUS»


“L'uomo potrà sfuggire alla giustizia umana,
ma non a quella divina.” 


PADRE PIO

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«QUIS UT DEUS»

Il 13 ottobre 2017, nel Centenario esatto delle apparizioni mariane a Fatima, Adriana Pallotti veniva traslata dal cimitero di Agnone a quello di San Giovanni Rotondo. Loculo n. 9, unita al padre e vicina a Federico Abresch.

Lo stesso giorno, al mattino mi recai con viva fede ed entusiasmo anche a Monte Sant'Angelo, alla grotta del Principe per partecipare al Santo Sacrificio dell'altare ed operare l'atto di affidamento. La giornata nell'aria si avvertiva a dir poco speciale, oltre che luminescente. Carica di moltissimi significati, di segni buoni per i "buoni".

L'Arcangelo San Michele è il nobilissimo potente Principe delle milizie armate dei Cieli, delle angeliche Gerarchie. È il valoroso guerriero dell'Altissimo, terrore degli angeli ribelli, custode di tutta la Chiesa e difensore delle grandi Opere divine.

In modo specialissimo dei luoghi dove sulla terra si pratica con rigore e fervente amore la devozione a Maria SS. Madre e Regina del Divin Volere, degli Angeli del Signore. Questa gran Signora è pure la temibile protettrice del sublime Carisma della adorabile Divina Volontà.

Tal glorioso e fedele amico dei Cieli, San Michele ci difende sempre dai nemici dell'anima, specialmente nell'ultimo istante della vita. Egli ci assiste nella lotta respingendo lontano, negli abissi d'inferno, quell'angelo prevaricatore e superbo che ha prostrato nel combattimento in Cielo: Lucifero. L'Arcangelo nostro, delizia dei figli di Dio, alla sera del profetico giorno, dopo un indimenticabile sole al tramonto, svettava dominante sulla Casa della Divina Volontà.


Luciano Mirigliano


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PERCHE’ L’8 MAGGIO, FESTA DI SAN MICHELE, SI FA LA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI?

      Il Beato Bartolo Longo ebbe un sincero e filiale amore verso la Vergine Maria,  venerata in Pompei con il titolo del SS. Rosario, e nutrì una vera ed autentica devozione verso l’Arcangelo Michele che dichiarò essere “il naturale protettore” della Valle di Pompei e delle opere pompeiane. Il beato Longo volle che 2 volte l’anno si facesse la supplica in modo solenne alla Vergine del Rosario di Pompei: la prima domenica di ottobre che è il mese del rosario e l’8 maggio che è la festa dell’apparizione dell’arcangelo san Michele al Monte Gargano nelle Puglie, regione di cui il Longo era originario. E’ lo stesso Bartolo Longo che, nel 1907, in una lettera indirizzata al P. Alberti Lepidi, maestro del sacro Palazzo Apostolico in Roma, ci dà la spiegazione della sua devozione all’Arcangelo Michele (cf. anche il cap. VIII del libro di B. Longo Storia del Santuario di Pompei, Edizione del 1954). Riportiamo il testo di Bartolo Longo del 1907:
“Perché scegliemmo S. Michele a Difensore e Custode del Santuario di Pompei?”
      Non senza ragione sin dal cominciamento del Tempio tra tutti i beati Comprensori del cielo, noi prescegliemmo S. Michele Arcangelo a singolare Custode e Difensore delle opere di Dio nella Valle Pompeiana. E scegliemmo il giorno 8 di maggio , dedicato a San Michele, per porre la prima pietra del Santuario di Maria in Valle di Pompei. Si legge nelle Scritture che Iddio ha annunziato per mezzo di questo eccelso Spirito il suo augusto Nome, quando sul Sinai per bocca di Michele dettò la legge e disse: Io sono il Signore Dio tuo. Ed inoltre Dio ha comunicato a questo Principe la sua suprema autorità, a lui affidando la difesa delle città, dei regni e dei popoli. Michele per fermo protesse il popolo ebreo e quando viveva felice nella patria, e quando si pose in cammino verso la terra promessa. Apparve vestito in abito bianco, armato di corazza d’oro, con lancia in mano, per capitare l’esercito di Giuda Maccabeo. Venne Egli deputato da Dio a distruggere le schiere di Sennacheribbo (Sennacherìb - ndr), a liberare il popolo ebreo dalla schiavitù babilonese, ad occultare il sepolcro di Mosè, acciocché il popolo ebreo non rendesse un culto d’idolatria al corpo di quel famoso ispirato Condottiero. 
    Apparve Egli a Giosuè sul Giordano e gli disse: “Io sono il Principe dell’esercito del Signore: Sum princeps exercitud Domini; e vengo in tuo soccorso : sarò ai tuoi fianchi, né ti lascerò. Gerico e le altre città, benché forti, saranno una parte delle tue conquiste; e molti re, che vedrai ai piedi tuoi, faranno il più bel trionfo delle tue vittorie”. Michele fu il difensore della Chiesa contro tutti gli assalti del demonio. Si fece vedere all’Imperatore Costantino, e gli disse: – Io sono il Principe delle milizie celesti ed il Protettore dei Cristiani: io ti ho soccorso contro i tiranni nemici della Chiesa: prosegui a sostenere le ragioni di Cristo, ed io ti sosterrò le tue. Apparve a Carlo Magno, come afferma il Baronio, in una famosa guerra contro i Sassoni. Egli fece riportare a Ramire, re delle Spagne, una strepitosa vittoria sopra i Mori, uccidendone ben settantamila, e prendendo prigioniero il re Abenaja. Onde la Chiesa, dopo mille e mille altri prodigi ottenuti, chiama S. Michele Protettore e Dinfesore dei cristiani. Eum custodem et patronum Dei veneratùr Ecclesia. Ultimamente, il Sommo Pontefice Leone XII a San Michele affidava la custodia di tutta la Chiesa, e a tutti i sacerdoti imponeva di recitare , dopo il Sacrificio divino, quella preghiera bellissima: S. Michele Arcangelo, difendici nella battaglia, contro la nequizia e le insidie del diavolo sii soccorso. E tu, Principe della milizia celeste, con divina possanza ricaccia nell’inferno Satana e gli altri maligni, che a perdizione delle anime si aggirano pel mondo. Se dunque S. Michele è il custode di tutta la Chiesa e il difensore di tutte le grandi Opere divine, non era conveniente che a Lui fosse affidata la difesa di questa grande Opera di Dio nell’epoca moderna, che è il Santuario di Pompei?
L’apparizione di S. Michele sul Gauro (Faito) e l’era di misericordia mariana a Valle di Pompei
      Ma un’altra ragione, diremo , storica e provvidenziale ci spinse a introdurre il culto del possente Arcangelo nella Basilica Pompeiana, la memoria cioè di una celebre apparizione. Non è insolita l’apparizione di S. Michele sulla terra. Si è degnato per lo più di apparire sulle alte vette dei monti. Sceglie i monti, quasi per mostrarsi librato fra la terra e il cielo, sfolgorando con lo sguardo fulmineo ogni esercito nemico. Or di rincontro al Santuario di Pompei si eleva, sopra di Castellammare di Stabia, il monte Gauro, il quale, rannodandosi cogli estremi della catena degli Appennini, segna l’ultima chiusura di questa Valle del Vesuvio. La sua cima termina in una vetta acuta, e questa vetta è ripartita in tre punte, a somiglianza delle prime tre dita della nostra mano. Era il secolo settimo della Chiesa. A Vescovo di Castellammare era un Santo, S. Catello, il quale usava sovente di notte raccogliersi sui dirupi di quel monte insieme coll’Abate di Sorrento, S. Antonino, a pregare. Una notte, mentre era immerso nell’orazione, in una gran luce gli apparve l’Arcangelo S. Michele e, con voce maestosa insieme e soave, gl’impose che edificasse un tempio in suo onore là dove avrebbe dato segnale con una fiamma. E la fiamma apparve subito sulla più alta delle tre punte che sormontano il Gauro. Il Santo Vescovo immantinente, col cuore ardente dell’entusiasmo dei Santi, si accinse all’opera. La compì dopo molte contrarietà sostenute, e ingiurie e calunnie, onde soffrì anche il carcere. (Vedi Lezioni dell’Uffizio di S. Catello nel di delle sua festa, 19 di Gennaio).
Qual era il fine dell’apparizione del grandioso Arcangelo sul Faito?
      Vi è tutta ragione di credere che il Signore abbia fatto apparire il suo fedele Ministro per preparare tanti secoli innanzi il regno di Maria in questi luoghi, abbandonati nei tempi antichi all’impero del Demonio e della colpa. Il portentoso Arcangelo venne a scacciare Satana dalla terra dei pagani, sulla quale doveva sorgere un giorno, e propriamente ai dì nostri, una novella era di grazia, una luce nuova di misericordia. Per tale ragione sin dal 1876 proponemmo al santo Vescovo di Nola, Monsignor Formisano, che la prima pietra per le fondamenta di questo nuovo tempio di Maria si ponesse proprio il giorno 8 maggio, perché quel giorno ricordava l’apparizione in queste contrade dell’eccelso Arcangelo S. Michele. Pel volgere incessante di trentun anno, sempre nel giorno 8 di maggio, abbiamo invocato con fede il primo Angelo del Cielo, perché si unisse con noi per festeggiare la comune Regina. Ed in ciascun anno, in quel giorno 8 di maggio, noi ricordiamo due solenni epifanie. Il maggior Principe del cielo, che ha nome meraviglioso, si manifestava alla terra, scegliendo a spettacolo dei suoi prodigi la vetta di un monte. La più grande Regina che mai abbia avuto e cielo e terra, si manifestava anch’Essa ai gementi figliuoli di Eva, scegliendo a centro dei suoi portenti un’umile Valle, la Valle di una sepolta città pagana. Seguerà adunque per noi quel giorni due solenni trionfi: Il trionfo del più maestoso Angelo del Cielo, di quel Principe grande, come lo chiama Daniele, prima della creazione dell’uomo, con l’invitta spada della sua fede, della sua umiltà e della sua mansuetudine, difende, l’onore dell’Altissimo e dell’Immacolata Donna che doveva nel tempo essere la Madre del verbo di Dio fatto uomo. Ed insieme il trionfo di Colei che è la Regina della Misericordia, e che nell’epoca moderna doveva nella Valle di Pompei riportare su Satana nuove e stupende vittorie”. 

Don Marcello Stanzione


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L’UNICO VERO DIO 

Non a noi, Signore, non a noi,
ma al tuo nome dà gloria,
per la tua fedeltà, per la tua grazia.
Perché i popoli dovrebbero dire:
« Dov’è il loro Dio? ».
II nostro Dio è nei cieli,
egli opera tutto ciò che vuole.
 
Gli idoli delle genti sono argento e oro,
opera delle mani dell’uomo.
Hanno bocca e non parlano,
hanno occhi e non vedono,
hanno orecchi e non odono,
hanno narici e non odorano.
Hanno mani e non palpano,
hanno piedi e non camminano;
dalla gola non emettono suoni.
Sia come loro chi li fabbrica
e chiunque in essi confida.
 
Israele confida nel Signore:
egli è loro aiuto e loro scudo.
Confida nel Signore la casa di Aronne:
egli è loro aiuto e loro scudo.
Confida nel Signore, chiunque lo teme:
egli è loro aiuto e loro scudo.
 
II Signore si ricorda di noi, ci benedice:
benedice la casa d’Israele,
benedice la casa di Aronne.
 
II Signore benedice quelli che lo temono,
benedice i piccoli e i grandi.
 
Vi renda fecondi il Signore,
voi e i vostri figli.
Siate benedetti dal Signore
che ha fatto cielo e terra.
I cieli sono i cieli del Signore,
ma ha dato la terra ai figli dell’uomo.
 
Non i morti lodano il Signore,
né quanti scendono nella tomba.
Ma noi, i viventi benediciamo il Signore
ora e per sempre.

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Salmo 115

sabato 21 ottobre 2017

LUISA PICCARRETA: «SAN PAOLO → NESSUNO VI INGANNI IN ALCUN MODO!»

LUISA PICCARRETA: «SAN PAOLO → NESSUNO VI INGANNI IN ALCUN MODO!»



Cose da fine del mondo. I "novissimi" secondo Francesco.


Sull'importante quotidiano "la Repubblica" di cui è fondatore, Eugenio Scalfari, autorità indiscussa del pensiero laico italiano, lo scorso 9 ottobre è tornato a riferire così quella che egli ritiene una "rivoluzione" di questo pontificato, raccolta dalla viva voce di Francesco nel corso dei frequenti colloqui che ha con lui:


"Papa Francesco ha abolito i luoghi dove dopo la morte le anime dovrebbero andare: inferno, purgatorio, paradiso. La tesi da lui sostenuta è che le anime dominate dal male e non pentite cessino di esistere, mentre quelle che si sono riscattate dal male saranno assunte nella beatitudine contemplando Dio".



http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/10/20/cose-da-fine-del-mondo-i-novissimi-secondo-francesco/

lunedì 25 settembre 2017

«SAN PAOLO → NESSUNO VI INGANNI IN ALCUN MODO!»

« I bambini sono innocenti e amano la giustizia,
mentre la maggior parte degli adulti è malvagia e preferisce la misericordia. »

Gilbert Keith Chesterton

Viviamo un momento di lotta, da cui nessuno deve disertare, poiché ciascuno ha comunque almeno una delle tre armi: 
la preghiera, la parola, la penna.  E restare in pace: 
“I miti possederanno la terra”.

Card. Carlo Caffarra.



«LE 7 ERESIE DI FRANCESCO»


    
« Ci riferiamo alle proposizioni che Vostra Santità, mediante parole, atti e omissioni – come già descritto – ha in effetti sostenuto e propagato, causando grande e imminente pericolo per le anime.
Pertanto, in quest’ora critica, ci rivolgiamo alla cathedra veritatis, la Chiesa Romana, che per legge divina ha preminenza su tutte le Chiese e della quale siamo e intendiamo rimanere sempre figli leali. Rispettosamente insistiamo affinché Vostra Santità pubblicamente rigetti queste proposizioni, compiendo così il mandato di Nostro Signore Gesù Cristo dato a Pietro e attraverso di lui a tutti i suoi successori fino alla fine del mondo: «Ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli». 

«La lettera [...] afferma che il Papa, con la sua esortazione apostolica Amoris laetitia e con altre parole, atti e omissioni, ha sostenuto efficacemente 7 posizioni eretiche sul matrimonio, sulla vita morale e sull'accoglienza dei sacramenti. [...] 

La legge ecclesiale richiede che le persone competenti non rimangano in silenzio quando i pastori della Chiesa stanno ingannando il gregge. [...]

La lettera mostra come Luther, il fondatore del protestantesimo, aveva idee sul matrimonio, il divorzio, il perdono e la legge divina che corrispondono a quelle che il papa ha promosso per parola, azione e omissione.»                        


IL SANGUE VERSATO 
PER L’INDISSOLUBILITÀ DEL MATRIMONIO 
– SAN GIOVANNI FISHER E SAN TOMMASO MORO –

     «Giovanni Fisher e Tommaso Moro furono giustiziati e, cogliendo la palma d’un glorioso martirio, volarono dalla prigione terrena ai gaudi dell’eterna beatitudine. Con san Giovanni Battista, essi sono i martiri dell’indissolubilità del matrimonio come non mancò di affermare Pio XI in occasione della loro canonizzazione: essi morirono perché non desistettero di “illustrare, provare e difendere coraggiosamente la santità del casto connubio”. »  

    «La sentenza venne eseguita alle 10 del 22 giugno 1535 nella Torre di Londra: la sua testa rimase esposta all’ingresso del ponte di Londra fino al 6 luglio, quando venne gettata nel Tamigi e sostituita da quella di Tommaso Moro, che nella sua autodifesa, dopo la condanna a morte, disse che la vera causa della sua accusa di tradimento era stato il rifiuto di accettare l’annullamento del matrimonio di Enrico con Caterina. » 
   «Prima di morire, mentre nella torre di Londra Fisher meditava sull’incredibile cambiamento di scena avvenuto in Inghilterra negli ultimi 10 anni. “Guai a noi – scrisse nel suo libro sulla necessità della preghiera – che siamo nati in questi tempi maledetti, tempi – e lo dico piangendo – in cui chiunque abbia il minimo zelo per la gloria di Dio [... ] sarà mosso al pianto vedendo che tutto va alla rovescia, il bell’ordine delle virtù è capovolto, la luce splendente della vita è estinta, e della Chiesa non è rimasto nulla se non palese iniquità e falsa santità. La luce del buon esempio è spenta in coloro che dovrebbero brillare come lucerne in tutto il mondo […]. Purtroppo da loro non viene alcuna luce, ma solo tenebre oscure e inganno pestilenziale per cui innumerevoli anime si perdono”. Queste parole erano indirizzate anzitutto ai vescovi che, mancando gravemente al loro dovere di pascere il gregge di Cristo, invece di opporsi, con l’esempio e la predicazione, alla tirannia di Enrico, avevano tristemente cooperato all’apostasia con il loro silenzio colpevole. » 
«San Tommaso Moro, nella stessa prigione e nel medesimo tempo, scriveva il suo “De tristitia Christi”, la sua opera sull’infinito amore e l’inesausta misericordia di Dio. Anche lui, riflettendo sull’apostasia dei vescovi inglesi, scriveva: “Se un vescovo è sopraffatto da uno stupido sonno che gli impedisce di compiere il suo dovere di pastore delle anime – come il capitano pauroso di una nave che, atterrito dalla tempesta, si nasconde e abbandona l’imbarcazione alle onde – se un vescovo agisce in questo modo, io non esito a paragonare la sua tristezza a quella che conduce all’inferno. Anzi, la considero assai peggiore poiché tale tristezza in questioni religiose sembra derivare da una mente che dispera dell’aiuto di Dio”. »
«Lo scisma anglicano è fondato su un divorzio. Se l’indissolubilità del matrimonio venisse negata, occorrerebbe per logica revocare la scomunica di Enrico VIII e a tutta la chiesa anglicana da lui fondata. Ma rimarrebbe il sangue dei martiri di quell’indissolubilità a testimoniare che il matrimonio è di diritto divino e  nessuno, neppure “la Chiesa ha su di esso alcun potere”  .. » 
«L’indissolubilità del matrimonio è nell’ora attuale al centro di un acceso dibattito. Memori di ciò che avvenne nel XVI secolo in Inghilterra, non ci stupiremo di trovare nella Chiesa vescovi pavidi e pronti alla resa. Confidiamo che la divina Provvidenza susciti miracolosamente anime generose, pronte a difendere i diritti di Dio, vescovi e laici emuli di san Giovanni Fisher e Tommaso Moro. Ma soprattutto speriamo che, nello scenario decadente che è sotto i nostri occhi, non ci tocchi la cattiva sorte di trovare nelle gerarchie ecclesiastiche qualche novello Erode o Enrico VIII: quod Deus avertat!» 
(di Cristiana de Magistris)




I FALSI DOTTORI

«Lo Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche, sedotti dall'ipocrisia di impostori, già bollati a fuoco nella loro coscienza.» 1 Timoteo 4, 1-2

O Dio, chi è simile a te? Non tacere e non trattenerti, o Dio: poiché, ecco, i tuoi nemici hanno suonato l’allarme e quanti ti odiano hanno alzato il capo. Sul tuo popolo hanno tenuto consiglio con ostilità e hanno pensato contro i tuoi santi. […] Poiché hanno pensato in modo unanime, insieme hanno stretto alleanza contro di te […] tutti i loro capi, che hanno detto: «Prendiamo in possesso il Santuario di Dio» (dal Sal 82).


«La sola Croce è quella che fa conoscere se veramente si ama il Signore.
Però la Croce portata con pazienza e rassegnazione,
perché dove c'è pazienza e rassegnazione nelle croci c'è Vita divina.
»


Gesù a Luisa Piccarreta



QUANDO SI CHIEDE OBBEDIENZA 
PER TRADIRE LA VERITÀ

“Il riportare tutto in materia di fede all'ubbidienza può essere un modo come un altro di dire che si disprezza la verità. E ciò significa mancare all'ubbidienza più profonda che è quella dello Spirito”. 

Henri-Marie Cardinal De Lubac



SAN PAOLO 
APOSTOLO DELLE GENTI


« Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e s'innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio. Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, venivo dicendo queste cose? E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora. Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene. Solo allora sarà rivelato l'empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all'apparire della sua venuta, l'iniquo, la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina perché non hanno accolto l'amore della verità per essere salvi. E per questo Dio invia loro una potenza d'inganno perché essi credano alla menzogna e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all'iniquità.» 2 Tes 2, 3-12 

domenica 13 agosto 2017

« GESÙ VIENE ORA A RINNOVAR LA FACCIA DELLA TERRA? → LA SUA CHIESA? »

1917 * VENGA IL TUO REGNO * 2017

Festa della Pentecoste.

    «Figli prediletti, raccoglietevi da ogni parte della terra per vivere questo giorno nel Cenacolo del mio Cuore Immacolato. È il giorno che ricorda la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, riuniti in preghiera con Me nel Cenacolo di Gerusalemme. In questo giorno della Pentecoste dell'anno mariano, a Me consacrato, vi invito ad unire la vostra preghiera a quella della Mamma Celeste, per ottenere il grande dono della seconda Pentecoste.

Il tempo della seconda Pentecoste è venuto.

Lo Spirito Santo verrà, come una rugiada celeste di grazia e di fuoco, che rinnoverà tutto il mondo. Sotto la Sua irresistibile azione di amore, la Chiesa si aprirà a vivere l'era nuova della sua più grande santità e risplenderà di una luce così forte, da attirare a sé tutte le nazioni della terra. Lo Spirito Santo verrà, perché la Volontà del Padre Celeste si compia e l'universo creato torni a riflettere la sua grande gloria.

Lo Spirito Santo verrà, per instaurare il regno glorioso di Cristo e sarà un regno di grazia, di santità, di amore, di giustizia e di pace. Col suo divino Amore aprirà le porte dei cuori ed illuminerà tutte le coscienze.

Ogni uomo vedrà se stesso nel fuoco bruciante della divina Verità. Sarà come un giudizio in piccolo. Poi Gesù Cristo porterà il suo glorioso Regno nel mondo. Lo Spirito Santo verrà, per mezzo del trionfo del mio Cuore Immacolato. Per questo oggi vi invito tutti ad entrare nel Cenacolo del mio Cuore.

Sarete così preparati a ricevere il dono dello Spirito Santo che vi trasformerà e vi renderà strumenti con cui Gesù instaurerà il suo Regno». 

Messaggio della Madonna a don Gobbi – Heede (Germania), 22 maggio 1988.



Montecorvino Rovella,

« Voi uomini infedeli aprite gli occhi perché sarete sorpresi da un fuoco proveniente dal cielo.
Non siate ostinati, aprite i vostri cuori perché solo in me troverete la salvezza!

Io sono il solo ad avere il potere su ogni creatura e su ogni cosa .
Le porte del Mio Cielo sono ormai aperte sto arrivando sulla Terra, verrò a dimorare in mezzo ai Miei figli fedeli e sarò il loro Dio per sempre, estirperó per sempre le radici del peccato e renderò libero il Mio popolo in Me.
Manderò in questo tempo i Miei angeli di giustizia, i miei inviati, affinché vi rendano la via più semplice e vi conducano a Me, nella lotta infernale sarete da loro protetti per Mio volere!
Amati figli, il mondo è al suo declino, la sua fine è imminente!!!
Sorgerà la mia Luce Divina in cielo, avvertirà l’inizio di un tempo rinnovato, ma non tutti potranno goderla perché molti Mi avranno rinnegato scegliendo la corruzione!

I giorni delle profezie si stanno adempiendo, tutto assumerà colore rosso, il fuoco segnerà la fine di questa miserabile vita corrotta da satana .
Aspettatemi sto arrivando !
Sarete sorpresi nella notte !
Rinnegate il nemico antico e i suoi piani distruttivi.

Aprite il cuore al mio amore ed io vi rivestirò della mia Luce beatifica.
Io sarò sempre con voi ora e sempre vi amo . + »


Messaggio di Gesù consegnato a Giulio Massa venerdì 11 agosto 2017.



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LIBRO DI CIELO

*
*IX VOL. 1 OTTOBRE 1910*

L’AMORE A GESÙ È FUOCO.
FORMA LA TRASFORMAZIONE DELL’ANIMA IN LUI. 

      Avendo fatto la comunione, mi sentivo tutta trasformata in Gesù benedetto e dicevo tra me stessa: 

    “Come si fa a mantenere questa trasformazione con Gesù?” E nel mio interno pareva che Gesù mi dicesse: 

     “Figlia mia, se vuoi essere sempre trasformata in Me, anzi una sola cosa con Me, amami sempre e manterrai la trasformazione con Me, perché l’amore è fuoco e qualunque legno si getti nel fuoco, piccolo o grande, verde o secco, tutti prendono la forma di fuoco e si convertono nello stesso fuoco e dopo che questi legni sono rimasti bruciati, non si discerne più qual era un legno e quale l’altro, né il verde né il secco, non si vede altro che fuoco. Così l’anima quando non cessa mai d’amarmi; l’amore è fuoco che trasmuta in Dio, l’amore unisce, le sue fiamme investono tutte le operazioni umane e dà loro la forma delle operazioni divine.” 

sabato 15 luglio 2017

«CHI PUÒ UCCIDERE LA LUCE? → NESSUNO»



In questi tempi così bui e tristi. 

Vuoi davvero entrare per sempre nella sorgente di tutte le felicità possibili ed immaginabili? 

Vuoi possederla? 

Sii luce alle tenebre. 

Vivi di Volontà Divina e ne sarai pieno ed invincibile. 

Leggi ciò che il Signore ha insegnato per te a Luisa Piccarreta. 

Mettilo in pratica! 

Toccherai con mano quelle nuove ed inestimabili Verità divine

che ogni uomo dei dolori brama vivere e sperimentare anche in terra.  

Sinora sconosciute al mondo intero ed all'umanità sofferente.

Alla Chiesa.

Allora non perdere tempo. 

Appena puoi, apri quel benedetto scrigno del Libro di Cielo.

Vi troverai con maraviglia l'incontenibile tesoro di Dio. 

Vai, affrettati al capitolo del XXII Vol. 3 Settembre 1927. 

Imparalo a memoria. 

E divoralo con gioia. 

La tua! 

Dio sia benedetto, nei suoi Angeli e nei suoi santi. In Maria SS. Regina del Fiat Divino. 

TERZO FIAT SANTIFICANTE 
Luciano Mirigliano

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 LIBRO DI CIELO –
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*XXII VOL. 3 SETTEMBRE 1927*

FINO A TANTO CHE L’ANIMA NON FA REGNARE
LA VOLONTÀ DIVINA, 
SARÀ SEMPRE INFELICE ED INQUIETA. 
DIVERSITÀ DI MARTIRIO DI ANIMA E DI CORPO.

    Stavo valicando il mare di luce del «Fiat Divino» seguendo i suoi atti ed oh! come comprendevo che tutto il bene sta in Esso. Ed il mio sempre amabile Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:

    “Figlia mia, fino a quando la creatura non giunge a far regnare la mia Divina Volontà in essa, sarà sempre infelice, sempre inquieta, perché sentirà in sé, per quanto buona, santa, dotta, ricca, che le manca la pienezza della felicità ed il mare della pace, che da nessun lato la possono turbare e spezzare la sua felicità. Quindi potrà essere felice a metà e dimezzata la sua pace e siccome non è intera, la metà che le manca terrà la via aperta per portare l’infelicità ed il disturbo. Vedi, anche nell’ordine naturale succede così. Uno è ricco, non gli manca nulla, possiede i suoi dieci, venti milioni oppure miliardi, ma conoscendo che potrebbe acquistare altro ed essere più ricco ancora, si sente inquieto, infelice e mettendo come da parte le sue ricchezze è tutto piede, tutto opere, tutto parole, tutto occhio alle altre ricchezze che vorrebbe acquistare.

    Poveretto, come può essere felice, pacifico, se gli manca la sorgente dei beni che gli dice, “riposati, tutto è tuo e tutto ciò che vuoi è in tuo potere”? Un altro è re, ma quanta infelicità sotto a quella corona! Timore di poter perdere il suo regno, speranze e avidità di acquistare altri regni, d’imperare a costo di guerre su tutto il mondo, sicché il possedere un regno non è altro che via aperta per rendere infelice ed inquieto il povero re. Un terzo è dotto, ma non possedendo tutte le scienze, sapendo di poter possedere altre scienze, non riposa, né si sente felice e pacifico. Quante volte innanzi ad un altro più scienziato di lui si sente umiliato e sente l’infelicità che le manca la pienezza della scienza? Ora, così succede nell’ordine soprannaturale. Quel tale è buono, ma non sente in sé che possiede la sorgente della bontà, perché si sente che alle occasioni la sua pazienza è debole, la sua fermezza nel bene è intermittente, la sua carità spesso spesso zoppica, la sua preghiera è incostante. 

      Ciò lo rendono infelice, inquieto, perché vede che la sua bontà non è intera, è come a metà e l’altra metà che le manca serve a torturarlo ed a infelicitarlo. Poveretto, come si vede chiaro che gli manca il regno della mia Divina Volontà, perché se regnasse in lui possederebbe la sorgente della bontà che gli direbbe: “Riposati, tutto è in tuo potere, sorgente di pazienza, di fermezza, di carità, di preghiera”. E sentendo in sé la sorgente, si sentirebbe distendere dentro e fuori di lui il mare della felicità e della pace, e l’infelicità ed inquietudine non troverebbe più la via per entrare in lui. 

       Un altro è santo, ma alle circostanze non sente in sé la sorgente della santità, la luce che tutto fa conoscere, che tutto gli addita, la strada e la felicità: la conoscenza di Dio non è piena, l’eroismo delle virtù vacillano in lui. Onde con tutta la sua santità non è felice, né pacifico, perché mancando il totale dominio del mio «Fiat Divino», gli manca la sorgente della luce che eclissa il germe di tutti i mali e vi sostituisce la sorgente della felicità e della pace. Ecco perciò, fintantoché le creature non faranno regnare la mia Divina Volontà, nel mondo non si avrà neppure l’idea, né conoscenza vera di ciò che significa pace vera e pienezza di felicità. 

     Tutte le cose per quanto buone e sante non avranno la loro pienezza, perché mancando il dominio ed il regnare del mio Supremo Volere, manca chi comunica la sorgente di tutte le felicità, che essendo sorgente si può prendere ciò che si vuole e come si vuole. Ecco perciò le mie premure, perché la mia Volontà sia conosciuta e formi il suo regno in mezzo alle creature. Perché voglio vederle felici e di quella felicità con cui le feci uscire nel crearle e furono messe fuori dal seno del loro Creatore che possiede tutte le felicità possibili ed immaginabili”.

     Dopo di ciò seguivo il santo Voler Divino e sentendomi priva del mio dolce Gesù deliravo, perché volevo Colui che facendomi smaniare mi faceva provare il più duro martirio, tanto da non poterne più. Ed il mio sempre amabile Gesù uscendo da dentro il mio interno mi ha detto:

     “Figlia mia il martirio dell’anima è più grande, più nobile, contiene un valore tanto grande che paragonato a quello del corpo, oh! come resta dietro. Questo è limitato, è piccolo di fronte a quello dell’anima. L’anima è luce, il corpo è materia e, martirizzandosi il corpo, il sangue che versa non si allarga, non si diffonde lontano ma bagna solo quel piccolo spazio di terra dove si trova. Perciò i suoi effetti sono limitati e sono a luoghi, a tempo e a persona. Invece quello dell’anima è luce e quando questa luce viene trafilata, messa sotto torchio, la luce si diffonde, si innalza, si stende sempre più. Chi può restringere e circuire la luce del sole? Nessuno! Chi mai può impedire che i suoi raggi solari investano tutta la terra e facciano sentire il suo calore a tutti? Nessuno! Non c’è potenza contro la luce, non ci sono armi che possano ferirla e ucciderla. Tutte le potenze insieme sono impotenti contro la luce. O vogliono o non vogliono sono costretti a dargli il suo corso e a farsi investire. 

    E se qualcuno preso da pazzia pensasse di fermarla, la luce con una potenza tutta sua naturale si riderebbe di lui e vincitrice gli spruzzerebbe più luce. Ora l’anima è più che sole e quando soffre la mia privazione come gira e resta premuta sotto il torchio di essa, tanti raggi di più acquista per distendersi e allargarsi di più. E siccome è pena d’una vita Divina, l’anima facendo la Divina Volontà, in questo martirio offre l’atto più bello e la sua luce si stende tanto che nessuno la può raggiungere, perché entra in mezzo a questo martirio una Volontà Divina causata dalla privazione del tuo Gesù. La materia non entra affatto in questo martirio, ma tutto è luce.

   Luce è il tuo Gesù, luce è la mia Volontà, luce è l’anima tua, che forma tale incanto di luce che cielo e terra restano investiti e a tutti portano il beneficio del calore e della luce. Perciò il martirio del corpo è un nulla a confronto di questo”.