lunedì 25 luglio 2016

«ADRIANA PALLOTTI → FIGLIA DEL DIVIN VOLERE» 

*
ADRIANA PALLOTTI
*FIGLIA DEL DIVIN VOLERE*
*

CASA DI PREGHIERA 
PER IL REGNO DELLA DIVINA VOLONTÀ



SAN GIOVANNI ROTONDO, LÌ  25 LUGLIO 2016




«IL PROGRAMMA DI VITA DI ADRIANA PALLOTTI»

Gli esseri e tutte quelle cose che appartengono a Dio vanno trattate con molto riguardo.

   Il messaggio video che viene trasmesso per volontà dell'interessata rappresenta un nuovo documento di portata eccezionale. Lo si consideri però secondo l'impresa ardua e con tutte le molteplici condizioni avverse a cui è sottoposta ormai da anni la Casa di Preghiera per il Regno della Divina Volontà della signora Pallotti. Il luogo da cui è partito quell'impulso memorabile che l’ha fatta balzare addirittura al centro delle attenzioni non solo del Vaticano, ma anche delle notizie di cronaca nazionali e forestiere. 

   Questo è accaduto grazie a quella forte scossa di terremoto che c’è stata, già predetta nella nostra petizione popolare lanciata il 4 marzo 2015 che ha praticamente spalancato le porte e gli "armadi" dell’istituto religioso dei FFI e fatto luce sul cosiddetto “convento degli orrori” di Frigento. Da cui sono emersi successivamente tutti i vari abusi e scandali giudiziari dal peso di un macigno che hanno colpito clamorosamente i vertici stessi del medesimo istituto, i fondatori, esautorati e a sua volta commissariati dalla Santa Sede: Stefano Manelli e Gabriele Pellettieri

  Una piccola anima di novantacinque anni inoltrati, senza alcun mezzo e spogliata completamente di tutto, nel pieno delle sue facoltà incontra un giorno della sua vita (15 agosto 2012), un’altra piccola anima di trentanove anni e mezzo a cui si unisce nella fede, per volontà di Dio. Insieme, ispirati dall’alto e con l’aiuto del buon Dio decidono di cambiare la “storia” contro mille ostacoli anche mortali, apparentemente insormontabili ed imbattibili. Questa forza uscita in campo, ciò di cui parliamo non appartiene certamente agli atti umani comuni, ordinari della vita dell’uomo, cioè naturali. 

   No. Ma piuttosto Essa, tale energia sprigionatasi, va annoverata fra gli atti straordinari e soprannaturali della vita di cielo, divina. Sì, proprio così. È la forza del nostro potente Carisma, della Divina Volontà operante in umili vasi di creta che, mirabilmente, ha fatto tutto ciò [cfr. 2Cor 4,7-15]. Noi, rispetto ad Essa, siamo a malapena dei poveri balbuzienti e vilissime creature. Un nulla!

   Ecco il punto. Le dichiarazioni raccolte nel doc. suddetto ci riportano di nuovo nel vivo di quel drammatico avvenimento vissuto dalla malcapitata nella sua impensabile e veneranda età, che ha non solo scioccato, ma finanche risvegliato le premure calorose di molte coscienze care, ora a lei più vicine per l’ammirazione suscitata [vedasi: Lettera 28 Giugno 2016]. Si tratta esattamente del «sequestro di persona con tentato omicidio» subiti dalla stessa piccola e centenaria figlia spirituale di Padre Pio, del Divin Volere: Adriana Pallotti.

   Armata di prove inoppugnabili ella sostiene con fermezza tale da non temere alcuna forma di intimidazione insieme al suo testimone oculare, di essere rimasta in “ostaggio” del suo stesso Amministratore di Sostegno, Rosa Merla, come sua preda soggiogata. La Merla, ora indagata, l’ha praticamente “rapita per cinque interminabili notti correndo il rischio la vittima, il serio pericolo di rimanere persino ammazzata. Un perfido intrigo inaudito ed un pericolosissimo individuo costei, usato ad arte come ultimo espediente rimasto a disposizione, nelle mani sporche dell’Associazione Missione dell’Immacolata con sede a Frigento; cioè delle suore Francescane dell'Immacolata. In particolare di Maria Gabriella Iannelli e Stefano Manelli, finito già sotto inchiesta non soltanto per truffa [cfr. Luisa Piccarreta – Libro di Cielo – XII Vol. 6 Agosto 1919].

   Ricordiamo inoltre che è tuttora in corso anche la verifica legale sulla “enigmatica” morte del Comm. Ap. Padre Fidenzio Volpi.

   «A questi si aggiunge anche la strana morte di padre Fidenzio Volpi, il Commissario Apostolico inviato da Papa Benedetto XVI per scoprire cosa accadeva nel convento degli orrori di Frigento. I suoi familiari hanno presentato alla Procura di Roma una dettagliata denuncia per omicidio volontario. Il frate morì il 7 giugno del 2015, ufficialmente a causa di un ictus da stress. Ma la verità potrebbe essere un’altra: Padre Volpi potrebbe essere stato ucciso.»

   Che altro dire delle realtà non più nascoste di tale istituto religioso!? Agghiacciante scoperta. Un mortuario. Senz’altro una tra le più gravi infezioni spirituali della Chiesa del terzo millennio, degli “ultimi tempi”. In un tempo così tremebondo di castighi e profezie già annunciate, allarmanti [cfr. Mt 24; Don Stefano Gobbi “Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna"Fatima (Portogallo), 13 ottobre 1988. 71° Anniversario dell'ultima apparizione. Vi apro il libro sigillato; Luisa Piccarreta – Libro di Cielo – XIII Vol. 22 Novembre 1921].

   L'AdS Rosa Merla non era mai mancata alle udienze col Giudice Tutelare dr.ssa Luisa Trigiani, per mezzo della quale è riuscita ad ottenere la nomina di amministratrice della Pallotti. Tuttavia alla data del 17 giugno u.s. con sorpresa degli astanti non si è assolutamente presentata. La sua “faccia” non l’ha fatta assolutamente vedere all’ultima udienza, non l’ha proprio mostrata. Ma c’eravamo quasi tutti, pure la beneficiaria sua assistita Adriana Pallotti che in splendida forma ha amabilmente interloquito con l'autorità, depositando infine la copia del proprio atto di querela contro la stessa dr.ssa Merla, autrice del sequestro. 

   A dire il vero neppure il CTU dott. Pedone era presente. E le ragioni di tale importante assenza le abbiamo scoperte solo al momento, seduta stante, dal legale stesso dell'Ass. Sociale, Francesco Pio Biavati, il quale ci ha comunicato che già in maggio quegli aveva chiesto una proroga. Occorre rammentare a tutti e sottolineare l'importanza di tale ultima data di giugno, essendo finalmente giunti nella fase conclusiva di accertamento delle capacità di Adriana Pallotti: 100 anni. Purtroppo, questi rinvii e slittamenti non sono affatto una novità per l'examinandus. Forse qualcuno si auspica qualcosa, nel frattempo?!

   Da verbale d'udienza il Giudice ha richiesto all'AdS che si presenti immancabilmente alla prossima udienza del 10 ottobre 2016. Speriamo per quella data non vi siano altri motivi strani di rinvio o “condizionanti” sorprese. 

   Dunque, com’è possibile che una semplice assistente dei Servizi Sociali del Comune di San Giovanni Rotondo, la dr.ssa Rosa Merla, da sola sia riuscita a concepire ed orchestrare un tale rapimento; a prelevare la propria assistita con l'ausilio della forza pubblica, ma senza alcun mandato giudiziario, insieme ai Marescialli del Comando dei Carabinieri V. Pugliese, Saverio Ciavarella ed il V. Brigadiere Di Giovanni??? Sì, Adriana Pallotti è stata in modo letterale braccata, presa sotto braccio e condotta fuori di casa sua, ma col fermo proposito di tenerla “lontano” dalle sue proprietà. Laddove è stata trattenuta in ostaggio e segregata presso la Casa Anziani Padre Pio, dal 14 al 19 ottobre 2015. In collaborazione con la Resp. della struttura residenziale, Maria Pia Isani.

   La nostra amata Adriana, che crede insieme al sottoscritto nella giustizia divina, ha deciso di far aprire dei procedimenti penali a carico di tutte queste persone ree e colpevoli di un simile reato.

   Questo gravissimo caso giudiziario così scandaloso, della figlia spirituale di San Pio da Pietrelcina non rimarrà impunito. Esso è divenuto anche un grave caso di coscienza che pone seri problemi morali all'opinione pubblica, certamente da non sottovalutare. Ma soprattutto per la sua assoluzione è un caso esclusivo riservato alla Chiesa, alle nostre autorità ecclesiastiche superiori, competenti.

   Qual è la missione più importante della Chiesa, di un “vescovo pastore”??? Proteggere e salvare le anime per condurle a Cristo. La salvezza delle anime, "che deve sempre essere nella Chiesa legge suprema" – Codice di diritto canonico, can. 1752.

   «Come una madre amorevole la Chiesa ama tutti i suoi figli, ma cura e protegge con un affetto particolarissimo quelli più piccoli e indifesi», esordisce il Motu Proprio pubblicato il 4 giugno scorso dal Vaticano:

   «Si tratta di un compito che Cristo stesso affida a tutta la Comunità cristiana nel suo insieme. Consapevole di ciò, la Chiesa dedica una cura vigilante alla protezione […] degli adulti vulnerabili. Tale compito di protezione e di cura spetta alla Chiesa tutta, ma è specialmente attraverso i suoi Pastori che esso deve essere esercitato. Pertanto i Vescovi diocesani […] devono impiegare una particolare diligenza nel proteggere coloro che sono i più deboli tra le persone loro affidate.

   Il Diritto canonico già prevede la possibilità della rimozione dall’ufficio ecclesiasticoper cause gravi”: ciò riguarda anche i Vescovi diocesani, gli Eparchi e coloro che ad essi sono equiparati dal diritto (cfr can. 193 §1 CIC; can. 975 §1 CCEO). Con la presente Lettera intendo precisare che tra le dette “cause gravi” è compresa la negligenza dei Vescovi nell’esercizio del loro ufficio, in particolare relativamente ai casi di abusi sessuali compiuti su minori ed adulti vulnerabili, previsti dal MP Sacramentorum Sanctitatis Tutela promulgato da San Giovanni Paolo II ed emendato dal mio amato predecessore Benedetto XVI. In tali casi si osserverà la seguente procedura.

   “Art. 1, § 1. Il Vescovo diocesano o l’Eparca […] può essere legittimamente rimosso dal suo incarico, se abbia, per negligenza, posto od omesso atti che abbiano provocato un danno grave ad altri, sia che si tratti di persone fisiche, sia che si tratti di una comunità nel suo insieme. Il danno può essere fisico, morale, spirituale o patrimoniale.” » [Acta Apostolicae Sedis].

   Ecco la ragione per la quale Adriana Pallotti, la persona principalmente coinvolta in questa “dolorosissima vicenda”, si rivolge direttamente con tenerezza materna e passione alle due principali autorità ecclesiastiche della regione a cui appartiene il caso in questione. Ossia alle Ecc. Rev.me Mons. M. Castoro e G.B. Pichierri. Come pecorella del gregge del Signore, ad esse chiede semplicemente il motivo per cui l'hanno abbandonata a se stessa e in una circostanza fisicamente e spiritualmente così rischiosa. 

   Queste dichiarazioni che invitano ad una riconciliazione sincera, di un parlar franco e chiaro, fatte con parresia, sebbene siano uscite dal proprio tenero cuore, tuttavia non nascondono al contempo le tante sue amarezze e delusioni, nonché le ingiustizie e gli inganni subiti. Poiché smentiscono altresì ed in modo categorico le gravi e pretestuose asserzioni operate da Mons. Serafino Spreafico, a nostro detrimento. 

   Anzi a vantaggio di una tesi del tutto falsa e personale di codesto vescovo giammai incontrato; una visione quella di costui piuttosto alterata, totalmente sradicata dalla nostra realtà spirituale, assai distante da questa "testimonianza" cristiana davvero toccante di una fede vera e matura. Autentica! Nonostante ciò però, esse, le parole uscite dal cuore e dalla mente di Adriana Pallotti toccheranno solo coloro che avranno ancora mantenuta viva quella sua stessa “sensibilità cattolica”. Una fiamma custodita con gelosia ed a nutrimento della propria fede. 

   Papa Paolo VI nel 1977, un anno prima della sua morte, ha proferito le seguenti parole riportate nel libro «Paolo VI segreto» di Jean Guitton: « C'è un grande turbamento, in questo momento, nel mondo e nella Chiesa, e ciò che è in questione è la fede. Capita ora che mi ripeta la frase oscura di Gesù nel vangelo di S. Luca: “Quando il Figlio dell'uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra?” ».

   “È principalmente ai sacri Pastori che essa (ndr Santa Caterina da Siena) rivolge le sue esortazioni, disgustata di santo sdegno per l’ignavia di non pochi di loro, fremente per il loro silenzio, mentre il gregge loro affidato andava disperso ed in rovina. «Ohimé, non più tacere! Gridate con cento migliaia di lingue, scrive ad un alto prelato. Veggo che, per tacere, il mondo è guasto, la Sposa di Cristo è impallidita, toltogli il colore, perché gli è succhiato il sangue da dosso, cioè il Sangue di Cristo». [OMELIA DEL SANTO PADRE PAOLO VI – 3 ottobre 1970]

   "Perocchè la perfezione non sta in macerare e uccidere il corpo, ma in uccidere la propria e perversa volontà. E per questa via della volontà annegata, sottoposta alla dolce volontà di Dio, dobbiamo desiderare che tutti vadano." (Santa Caterina da Siena – Estratto dalla Lettera n.16 – A vescovi e cardinali)

   « “Che non sia rivolta a te la severa parola della verità quando disse: ‘sia tu maledetto perché sei rimasto zitto’.” Dalla profondità dei secoli il grido di santa Caterina rivolto a vescovi e cardinali che assistono in silenzio allo scempio delle anime che viene perpetrato oggi col loro silenzio complice … ». (A. Socci – Pagina FB)

   «Povera me! Povera me! Sventurata anima mia! Apri gli occhi, e guarda bene la perversità della morte che è entrata nel mondo, e in modo particolare nella santa Chiesa, corpo mistico di Gesù.
Povera me! Scoppi il tuo cuore e l’anima tua nel vedere tante offese fatte a Dio! Vedi, padre, che il demonio, lupo infernale, rapisce gli uomini, le pecorelle che si pascono nel giardino della santa Chiesa; e non c’è chi si muova a strappargliele di bocca. 

   I pastori dormono nel loro amor proprio, in una stessa avidità e immondezza; e sono così ubriachi di superbia che dormono e non sentono neppure se stessi, sebbene vedano che il demonio, lupo infernale, porta via la vita della grazia da loro e anche dalle persone che a loro sono affidate. Essi non se ne curano: e tutto questo è dovuto alla perversità del loro amor proprio. Quanto è pericoloso l’amor proprio nei vescovi, nei sacerdoti e nelle persone che sono ad essi affidate!

   Tu sei vescovo; se hai amor proprio, non correggi il difetto che vedi nelle persone che ti sono state affidate: perché se ami te per te stesso, cadi nel rispetto umano, e per questo non intervieni per correggere. Se amassi te per Dio, invece, non avresti timore del rispetto umano; coraggiosamente, con cuore forte, correggeresti i difetti, e non staresti zitto, né faresti finta di non vedere.

   Padre carissimo, io voglio che tu sia libero dell’amor proprio. Ti prego di vivere in modo che non sia rivolta a te quella severa parola, con rimprovero, dalla Verità, quando disse: “Sia tu maledetto, perché sei rimasto zitto”.

   Povera me! Non tacere più! Grida con centomila lingue! Vedo che, con il tacere, il mondo è in rovina, e la santa Chiesa, la Sposa di Gesù, è divenuta tutta pallida e non ha più il suo colore, perché le è stato succhiato il sangue di dosso: il sangue di Gesù, a noi donato per grazia e non per soddisfare un debito, i cattivi pastori lo rubano con la superbia per il loro tornaconto, sottraendo la gloria che deve essere di Dio, e dandola a se stessi. Essi rubano con simonia, vendendo i doni e le grazie che a noi sono donate per grazia, a prezzo del sangue del Figlio di Dio.» (Santa Caterina da Siena – Estratto dalla Lettera n. 16 – A vescovi e cardinali)

   «Povera me! Povera me! Povera me! Sventurata anima mia! I pastori, oggi, non vivono così. Amano, infatti, di amore mercenario, amando sé per se stessi e Dio per se stessi, e il prossimo per se stessi. E vi è in gran quantità questo perverso amore! Ma si dovrebbe piuttosto chiamare “odio mortale”, perché da esso nasce la morte! Povera me! Te lo dico piangendo! A loro non importa di commettere immondizie, né di mercanteggiare e vendere la grazia dello Spirito Santo. Sono dei ladri, che vengono a rubare la gloria di Dio, dandola a se stessi. Povera me! E non li impiccano per correggerli! Vedono il lupo infernale portar via la pecora, ma essi chiudono gli occhi per non vederla. Ed è questa la causa per cui non vedono e non correggono: il loro amor proprio; da questo nasce in loro un timore disordinato, poiché avvertono di essere in quegli stessi vizi che tagliano la lingua e legano le mani, non permettendo loro di punire e correggere i vizi.» (Santa Caterina da Siena – Estratto dalla Lettera n. 88)

   Le sofferenze dei papi di ieri e quelle della Chiesa di oggi, scossa dai gravissimi scandali e peccati di negligenza da parte dei pastori nell’esercizio del loro ufficio, hanno costretto Sua Santità Benedetto XVI, l’11 maggio 2010 in volo da Roma verso Lisbona, a lanciare un monito durissimo: «La più grande persecuzione alla Chiesa non viene dai nemici di fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa». Nella visione di Fatima “realmente terrificante”, sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano”. In essa “si vede la necessità di una passione della Chiesa”, predetta da Gesù fino alla fine dei tempi. 

   «Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni [ndr 1917 - 2017] affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità.» [OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI – Spianata del Santuario di Fátima – 13 maggio 2010]

   Sebbene le apparenze facciano credere il contrario, tuttavia si destano nel nostro animo nuove gioie e speranze affidandoci anche a quanti si uniranno in preghiera a noi affinché si compiano solo i “divini voleri” del Padre nostro che è nei Cieli. Per la maggior gloria di Dio e l’avvento del suo divin regno [cfr. Os 10,1-3.7-8.12; Sal 104; Mt 10,1-7].


      Proc. Generale 
Dott. Luciano Mirigliano



martedì 12 luglio 2016

«GUAI A TE, CORAZIN!» Vangelo del giorno – Mt 11, 20-24

– CORATO –

SCONTRO FRONTALE TRA DUE TRENI CHE NON SI SONO MESSI D'ACCORDO.
LA COLLISIONE EVOCA L'ANTICA LOTTA TRA LE DUE VOLONTÀ. 

IL RICHIAMO È DAVVERO FORTE.

TRA L'UMANO VOLERE CHE NON INTENDE AFFATO CEDERE IL PASSO A QUELLO DIVINO.

URTO DRAMMATICO. LUTTUOSO.
*
CASA DI PREGHIERA PER IL REGNO DELLA DIVINA VOLONTÀ

SAN GIOVANNI ROTONDO LÌ 12 LUGLIO 2016


OGGETTO: LETTERA 28 GIUGNO 2016 / INCIDENTE FERROVIARIO PUGLIA


Chi conosce in quali condizioni versa la nostra drammatica e annosa situazione, ovvero quella della centenaria figlia spirituale di Padre Pio, Adriana Pallotti, a causa anche delle gravi colpe e mancanze della curia arcivescovile pugliese, di Corato – Trani con San Giovanni Rotondo, può benissimo interpretare e intravvedere nei dolorosisimi fatti odierni succeduti, i segni della collera di un Dio davvero assai sdegnato e offeso, che castiga prontamente quando con sfrontata alterigia Lo si affronta ignorandoLo o peggio ancora tradendoLo. 

Dopo la "LETTERA 28 GIUGNO 2016" inviata da Carla Sammartino ai due maggiori responsabili della nostra regione, ossia ai vescovi Michele Castoro e Giovan Battista Pichierri, per ciò che concerne il nostro delicatissimo caso ecclesiale, non fa meraviglia, dopo tutto il silenzio corrente dei monsignori, se alcune anime sostengono di percepire come segno dall'alto l'evento tragico accaduto oggi a Corato, in Puglia [cfr Vangelo del giorno – Mt 11, 20-24]. 

Inserendolo al suo "giusto posto". 

Vale a dire in una dolorosa cornice ben definibile come: 

castighi di Dio.

La Bibbia infatti dice che le colpe dei padri ricadono sui figli. È proprio così [cfr Maria Valtorta - ‘Lezioni sull’epistola di Paolo ai Romani’ - Dettato del 29.10.50 – Centro Ed. Valtortiano].

Purtroppo la colpa dei cattivi oppositori o pastori ricade sempre sulla comunità, su tutte le membra del corpo mistico della Chiesa, così come quella dei padri ricade su tutti i figli [cfr Lc 11, 37-54].

Sebbene si possa rintracciare in esso con imponenza un FORTE SEGNO, certamente funesto, ch'è al contempo un assordante richiamo per tutta la Chiesa, non solo locale, alla DIVINA VOLONTÀ di Gesù Cristo Nostro Signore, tuttavia siamo invitati ognuno a pregare uniti, con tanto fervore. 

In special modo per le tante vittime, la loro anima, quella di quei poveri anziani, tutte decedute nell'impressionante scontro fra i due treni. 

Una strage. Un olocausto.

Ma soprattutto si preghi per chi opera e compie in ogni atto della vita, con ostinato orgoglio, la propria misera e pericolosissima volontà umana senza mai degnarsi di volgere neppure uno sguardo a quella di Dio. 

Di quel buonissimo Gesù che giammai abbandona i suoi amati, i piccoli.

I: P.F.D.V. 

Nonostante appaiano così indifesi agli occhi dei suoi acerrimi nemici.

ATTENZIONE.

Per chi non si ravvede in tempo, potrebbe essere soltanto l'inizio dei dolori [cfr Mt 24].

ll Codice di Diritto Canonico del 1983 afferma che “In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi [i fedeli] hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli” (CIC, can. 212 §3).

Luisa Piccarreta orante, interceda per noi, anime di Dio, a stretto giro dal Cielo.

Fiat Voluntas Tua
Luciano Mirigliano e Adriana Pallotti


––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

*
*XXIV VOL. 2 AGOSTO 1928*

COME È VOLONTÀ DI DIO ASSOLUTA CHE ESCANO GLI SCRITTI.
L'OPERA DELLA REDENZIONE ED IL REGNO DEL FIAT DIVINO SONO
COLLEGATI INSIEME. IL CAMPO DEL VOLER DIVINO. SPIEGAZIONI.

  Mi sentivo tutta impensierita per questi benedetti scritti, il pensiero di metterli fuori è sempre un tormento per me e poi i tanti incidenti che si verificano or in un modo or in un altro, molte volte mi fanno pensare che forse non è Volontà di Dio che si pubblichino, altrimenti non sarebbero successe tante cose. Chissà che il Signore non voglia il mio sacrificio in parole, ma coi fatti forse vuole risparmiarmi un tanto dolore, che solo il pensiero d'oppormi al suo Voler Divino mi fa dire Fiat! Fiat!

Ma mentre pensavo ciò, il mio sempre amabile Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:

   "Figlia mia, la Volontà di Dio che vengano alla luce gli scritti della mia Divina Volontà è assoluta e per quanti incidenti ci possano essere Essa trionferà su tutto ed ancorché passassero anni ed anni, saprà disporre tutto, perché la sua assoluta Volontà venga compiuta. 

   Il tempo in cui verranno alla luce è relativo e condizionato dal tempo in cui si disporranno le creature a ricevere un tanto bene e quelli che si devono occupare a farne i banditori e farne il sacrificio per portare la nuova era di pace, il nuovo Sole che snebbierà tutte le nubi dei mali. 

   Se tu sapessi quante grazie e lumi ho preparato per chi vedo disposto ad occuparsi! Saranno loro i primi a sentire il balsamo, la luce, la vita del mio Fiat. Guardami come ho preparato nelle mie mani le vesti, il cibo, i fregi, i doni, per chi deve occuparsi, ma sto guardando chi sono i veri disposti per poterli investire delle prerogative che ci vogliono per un'opera sì santa, che io tant'amo e voglio che facciano. 

   Ma devo dirti pure che: guai a chi si oppone o possa mettere ostacoli. Tu però non spostare nulla, neppure una virgola di ciò che ci vuole per preparare il regno della mia Volontà Divina, affinché da parte mia e da parte tua, facendo ciò che ci vuole per dare questo gran bene alle creature, nulla manchi da parte nostra, affinché non appena le creature si dispongono possano trovare tutto a posto e ciò che ci vuole. Non feci io lo stesso nell'opera della Redenzione? 

  Preparai tutto, feci e soffrii tutto e nonostante i tanti incidenti contrari che vedevo, gli stessi miei Apostoli vacillanti, dubbiosi, timidi, fino a fuggire da me appena mi videro in mano dei nemici, lasciato solo, non ebbi il bene di vedere alcun frutto mentre io stavo sulla terra; ma nonostante ciò non lasciai nulla di ciò che ci voleva per l'opera completa della Redenzione, affinché qualora avessero aperto gli occhi per guardare ciò che feci, avrebbero trovato tutto il bene per essere redenti e nulla mancasse loro per ricevere il frutto della mia venuta sulla terra. 

   Figlia mia, il regno della mia Redenzione e quello della mia Volontà sono tanto collegati insieme che si danno la mano e quasi subiscono la stessa sorte da parte dell'ingratitudine umana, ma non bisogna badarci né deve arrestarsi chi deve dare e formare un tanto bene, è necessario che facciamo opere compiute, affinché da parte nostra nulla manchi e quindi disponendosi loro trovino tutto ciò che ci vuole per ricevere il regno della mia Volontà."

   Dopo ciò seguivo i miei atti nel Divin Volere, ma continuavo a sentirmi oppressa ed il mio dolce Gesù, ritornando a farsi vedere, pareva che stringesse nelle sue braccia tre o quattro Sacerdoti
e tenendoli sul suo petto come se volesse infondere in loro la vita del suo Cuore Divino, mi ha detto:

   "Figlia mia, guarda come tengo stretti fra le mie braccia coloro che devono occuparsi degli scritti sulla mia adorabile Volontà, appena vedo in Essi qualche piccola disposizione d'occuparsi, io li prendo fra le mie braccia, per infondere in loro ciò che ci vuole per un'opera sì santa. Perciò, coraggio, non temere."

   Onde dopo ciò si è fatto vedere nel mio interno, io ho visto nel fondo di esso un campo larghissimo, non di terra ma di cristallo tersissimo, ogni due o tre passi di questo campo stava il bambino Gesù circondato da una luce. Oh! come sembrava bello questo campo con tanti bambinelli, ognuno dei quali aveva il suo Sole, fulgido e bello, tutto suo proprio. 

 Io ero meravigliata nel vedere nel fondo dell'anima mia, tanti Gesù ognuno dei quali era tutto intento a godersi il suo Sole ed il mio dolce Gesù, vedendo la mia meraviglia, mi ha detto:

 "Figlia mia, non ti meravigliare, il campo che tu vedi è la mia Divina Volontà ed i tanti Gesù che vedi sono le mie verità che riguardano il mio Fiat, in ciascuna di esse c'è una mia vita, la quale formando il suo fulgido Sole si circonda di luce per spandere i suoi interminabili raggi e per far conoscere che son'io la fonte che sorge dalle mie verità. Vedi dunque quante mie vite ho messo fuori per quante verità ti ho manifestato. 

  Sono vite mie che ho messo fuori con la sorgente del Sole, non semplice luce e son rimasto nel mezzo di esse, per fare che tutti sentissero la forza, la virtù creatrice in queste verità e amo tanto ciascuna di esse quanto amo me stesso e chi non vuol riconoscere la mia vita, il mio Sole, la mia virtù creatrice in queste verità sul mio Fiat, o è cieco, oppure ha perduto il bene dell'intelletto. 

 Come pure ti dovrebbe essere di gran consolazione che possiedi in te tante vite per quante verità ti ho manifestato. Perciò riconosci il gran bene; tesoro più grande non potevo affidarti, né ti impensierire, il Sole saprà fare la sua via e siccome è luce nessuno potrà impedirgli il passo."

Poi ha soggiunto con un accento più tenero:

  "Figlia mia, la nostra Maestà adorabile ama tanto la creatura che, mettiamo a sua disposizione la nostra vita, per farne un altro simile a noi. Mettiamo la vita nostra come modello innanzi alla creatura, affinché modellandosi sul nostro, copi la nostra vita e formi dei facsimili col suo Creatore. 

 Perciò usiamo tanti stratagemmi e finezze d'amore, diamo grazie sorprendenti, per vederci copiati nella creatura. Ed allora saremo contenti quando il nostro amore, unito con la nostra Divina Volontà, vincerà la creatura e potremo riconoscere in essa la nostra immagine e somiglianza, come uscì dalle nostre mani creatrici."

*

FIAT