giovedì 2 aprile 2015

* NON MEA VOLUNTAS SED TUA FIAT * Matteo 26,39 *

*NON MEA VOLUNTAS SED TUA FIAT*
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*XX VOL. 19 NOVEMBRE 1926* 
COME LA VOLONTÀ DIVINA STA AGONIZZANTE 
IN MEZZO ALLE CREATURE 
E VUOLE USCIRE DA QUESTO STATO. 
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 Il mio sempre amabile Gesù, tirandomi nella sua adorabile Volontà, mi ha fatto vedere e sentire le condizioni dolorose in cui Lo mette l’ingratitudine delle creature e, sospirando di dolore, mi ha detto:

    “Figlia mia, le pene della mia Volontà Divina, sono inenarrabili ed inconcepibili all’umana natura. Essa sta in tutte le creature, ma sta sotto l’incubo d’una tremenda e straziante agonia, perché invece di darle dominio per farle svolgere la sua vita in loro, la tengono repressa, senza darle libertà di agire, di respirare, di palpitare. 


     Sicché la volontà umana agisce, respira liberamente, palpita come vuole e la mia sta solo per servirla, per contribuire ai loro atti e stare agonizzante nei loro atti, soffocata sotto il rantolo d’una agonia di lunghi secoli. 

 La mia Volontà si dibatte nella creatura sotto l’incubo d’una agonia sì straziante ed i suoi dibattiti sono i rimorsi di coscienza, le disillusioni, i rovesci, le croci, la stanchezza della vita e tutto ciò che può dare molestia alle povere creature, perché è giusto che, avendo loro una Volontà Divina in croce e sempre sotto il rantolo dell’agonia, Essa coi suoi dibattiti li richiama, non può fare diversamente perché non ha dominio e spera che entrando in loro stessi, nel vedere l’infelicità che porta loro la cattiva volontà, possano dare un po’ di respiro e di tregua alla sua spasimante agonia. 

 E’ tanto dolorosa quest’agonia della mia Volontà, che la mia Umanità, che la volle soffrire nell’orto del Getsemani giunse a chiedere aiuto agli stessi miei Apostoli e neppure l’ottenni e fu tanto lo spasimo, che sudai vivo sangue e, sentendomi soccombere sotto il peso enorme d’una agonia così lunga e tremenda della mia Volontà Divina, invocai il mio Padre Celeste che mi aiutasse dicendogli: Padre se è possibile passi da me questo calice. 

 Per tutte le altre pene della mia Passione per quanto atroci, non dissi mai: “se è possibile passi questa pena, anzi sulla croce gridai ‘sitio’, ho sete di pene. Invece in questa pena dell’agonia della Volontà Suprema sentii tutto il peso d’una agonia sì lunga, tutto lo strazio d’una Volontà Divina che agonizza, che spasima nelle umane generazioni. 

 Che dolore, non c’è dolore che possa pareggiarlo. Ora il Fiat Supremo vuole uscire, è stanco ed a qualunque costo vuole uscire da quest’agonia così prolungata e se tu senti i flagelli, le città crollate, le distruzioni, non sono altro che i forti dibattiti della sua agonia, perché non potendone più, vuol far sentire all’umana famiglia, il suo stato doloroso. 

 Si dibatte fortemente in loro, senza che nessuno abbia compassione di Lei e facendo violenza coi suoi dibattiti vuol far sentire che esiste in loro, ma non vuole stare più in agonia, vuole la libertà, il dominio, vuole svolgere la sua vita in essi. 

 Che disordine, figlia mia, nella società, perché non regna la mia Volontà! Le loro anime sono come un’abitazione senza ordine, dove tutto è sotto sopra, la puzza è tanto orribile, più che cadavere putrefatto e la mia Volontà, con la sua immensità che non le dà la possibilità di ritirarsi neppure da un palpito di creatura, agonizza in mezzo a tanti mali. 

   E questo avviene nell’ordine generale di tutti, nell’ordine particolare succede ancora di più: nei religiosi, nei cleri, in chi si dice cattolico, la mia Volontà non solo agonizza, ma è tenuta in stato di letargo come se non avesse vita. 

 Oh com’è più dura! Perché nell’agonia almeno mi dibatto, ho uno sfogo, faccio sentire che esisto in loro, sebbene agonizzante, ma nello stato di letargo c’è la totale immobilità, lo stato di morte continuo e perciò si vedono solo le apparenze, le vesti di vita religiosa, perché siccome hanno la mia Volontà in letargo e, il loro interno sta assopito, come se la luce, il bene non fosse per loro e se fanno qualcosa all’esterno, è vuoto di vita Divina e si risolve in fumo di vana gloria, di stima propria e di piacere alle altre creature ed io ed il mio Supremo Volere usciamo dal loro operato. 

 Figlia mia, che affronto! Come vorrei far sentire a tutti la mia tremenda agonia, il rantolo continuato, il letargo in cui mettono la mia Volontà, perché vogliono far la loro volontà e non la mia, non la vogliono far regnare, non la vogliono conoscere. 

     E perciò Essa vuol rompere le dighe coi suoi dibattiti, affinché se non la vogliono conoscere e ricevere attraverso le vie d’amore, la conoscano per via di Giustizia. 

 Sicché la mia Volontà, stanca d’una agonia di secoli, vuole perciò uscire e preparare due modi: il modo trionfante che sono le sue conoscenze, i suoi prodigi e tutto il bene che porterà il regno del Fiat Supremo ed il modo di giustizia per chi non la vuole conoscere trionfante, quindi spetta alle creature scegliere il modo come la vogliono ricevere”. 
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1 commento:

  1. La VOLONTÀ di DIO ... "soffocata sotto il rantolo d’una agonia di lunghi secoli".
    Il rantolo di una agonia di lunghi secoli! È la sofferenza del Cristo Crocifisso che continua nei secoli a causa del peccato dell'uomo e del suo non VOLERE abbandonarsi, come Maria, alla benevolenza del VOLERE DIVINO. Ma ... questo rantolo dell'agonia di CRISTO è come una armonia perenne che fa sentire la sua musica nel creato, "un'armonia NASCOSTA che è più POTENTE di quella manifesta".

    Fiat Voluntas Tua.

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FIAT VOLUNTAS TUA