«E NON ESSERE PIÙ INCREDULO MA CREDENTE!». GV 20,27 |
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*VII VOL. 6 NOVEMBRE 1906*
LA FEDE E LA SPERANZA
DELL’ANIMA CHE VIVE
NEL DIVIN VOLERE.
DELL’ANIMA CHE VIVE
NEL DIVIN VOLERE.
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Mentre stavo pregando, e secondo il mio solito, al più ciò che faccio lo faccio come se lo stessi facendo con Nostro Signore e con le sue stesse intenzioni, onde stavo recitando il credo e non avvertendo io stessa, stavo dicendo che intendevo avere la fede di Gesù Cristo, per riparare tante miscredenze e per impetrare che tutti avessero il dono della fede; in questo mentre si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
“Tu sbagli, Io non avevo né fede e né speranza, né ne potevo avere, perché ero lo stesso Dio: Io ero solo Amore.”
Nel sentire amore, mi piaceva tanto poter essere solo amore, che, non badando, ho detto un altro sproposito, cioè: “Signore mio, vorrei essere anch’io come Te, tutto amore e niente altro.” E Lui ha soggiunto:
“Questa è la mia mira, perciò ti vado spesso parlando della perfetta rassegnazione, ché vivendo del mio Volere, l’anima acquista l’amore più eroico e giunge ad amarmi col mio stesso amore e diventa tutt’amore e, diventando tutt’amore, sta a mio continuo contatto, sicché sta con Me, in Me e per Me fa tutto ciò che voglio, né si muove, né desidera che il mio Volere, dove è racchiuso tutto l’amore dell’Eterno e dove resta essa racchiusa e, vivendo in questo modo, l’anima giunge quasi a sperdere la fede e la speranza, perché giungendo a vivere del Volere Divino, l’anima non si sente più a contatto della fede e della speranza, se vive del suo Volere, che cosa deve credere se l’ha trovato e ne fa suo cibo?
E che cosa deve sperare se già lo possiede vivendo non fuori di Dio ma in Dio? Perciò la vera e perfetta rassegnazione è il suggello della sicura predestinazione ed il possesso certo che l’anima ha di Dio. Hai capito? Pensaci bene.”
Io sono rimasta come incantata e dicevo tra me: “Niente meno si può giungere a questo?” E quasi dubitavo e dicevo: “Forse ha voluto tentarmi per vedere ciò che faccio io e darmi campo per dire più spropositi e per vedere dove giunge la mia superbia; ma è buono dire qualche sproposito, almeno si spinge a dire qualche cosa e si ha il bene di sentire la sua voce che fa ritornare da morte a vita.” E pensavo qual altro sproposito avrei potuto dire. In questo mentre si è mosso di nuovo ed ha replicato:
“Tu vuoi tentarmi, non Io, e poi finisci col dubitare sulle mie verità.”
Poi ha fatto silenzio. Io mi sentivo confusa e pensavo alle cose che mi aveva detto, ma chi può dirle tutte? Sono cose che non si possono esprimere.
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GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE, ... MIO SIGNORE E MIO DIO, PER QUESTO NUOVO INIZIO CHE VUOLE FAR RINASCERE LA MIA VITA E LA MIA FEDE NELLA TUA SANTA VOLONTÀ.
RispondiEliminaGESÙ TI AMO. VIENI DIVINA VOLONTÀ E INSEGNAMI A VOLARE NEL CIELO DEL TUO AMORE CON LO SLANCIO DELL'AQUILA E LA FORTEZZA DELLA ROCCIA.
GRAZIE anche a te Luciano. DIO ti benedica!
Fiat Voluntas Tua.