lunedì 20 aprile 2015

*IL NAUFRAGIO DELL'UMANO VOLERE * Matteo 5, 3-12*

*IL NAUFRAGIO DELL'UMANO VOLERE* 
Matteo 5, 3-12
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*XXI VOL. 14 APRILE 1927*

COME NOSTRO SIGNORE 
VENNE SULLA TERRA A SOFFRIRE 
TUTTI I MALI CHE AVEVA FATTO L’UMANA VOLONTÀ. 
COME LA PAROLA DI GESÙ È VITA.

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    Stavo pensando alla Divina Volontà e al male dell’umano volere, ed il mio amato Gesù, tutto afflitto, mi ha detto: 

Figlia mia, tutto ciò che Io soffrii nella mia Umanità non fu altro che tutto il male che aveva prodotto l’umana volontà alla povera creatura. Essa formò la prigione, le tolse la libertà di poter spaziare nel suo Dio, nei Cieli, dove volesse; la rese incapace di fare il bene, le tolse la luce e la circondò di fitte tenebre. 

    Ed Io venni sulla terra e mi chiusi nella prigione del seno della mia cara Mamma e, sebbene era santa quella prigione, non si può negare che era la più stretta e oscura prigione che potesse esistere nel mondo, tanto che non potevo stendere né una mano, né un piede, né mi era dato di fare un passo, né c’era spazio per poter aprire gli occhi. 

    Tutto ciò aveva fatto l’umana volontà alla creatura, ed Io fin dal principio del mio concepimento venni a subirne la pena per abbattere la prigione dell’umana volontà e restituirle ciò che aveva perduto. 

    Volli nascere in una stalla e soffrire la povertà più estrema. Più che stalla formò l’umano volere alle povere creature. Le passioni formarono persino il letame nelle loro anime che, soffiando più che vento, erano rimaste intirizzite da un freddo intenso, fino ad influire sulla natura e togliendo loro non solo la felicità terrestre, facendo provare la fame e la povertà, non solo dell’anima, ma anche quella del corpo; ed Io volli soffrire il gelo, la povertà estrema, la puzza del letame che vi era nella stalla. 

    E vedendomi due animali vicino, sentivo il dolore di cui l’umano volere riuscì a convertire quasi in bestia l’opera nostra più bella, il nostro caro gioiello, la nostra cara immagine qual era il povero uomo. Non ci fu pena, che Io soffrii, che non avesse il suo principio dalla volontà umana. Ed Io mi assoggettavo a tutto per riabilitarlo di nuovo nel regno del “ FIAT Supremo ”. 

    Fin nella mia Passione volli soffrire l’essere spogliato nella flagellazione e denudato sulla croce, stirato in modo orribile, tanto che si potevano contare le mie ossa, tra confusioni, abbandoni ed amarezze indicibili. Tutto ciò non era altro che lo sbocco dell’umano volere, che lo aveva spogliato di tutti i beni e col suo soffio velenoso lo aveva coperto di confusione e di obbrobri, fino a trasformarlo in modo orribile e a renderlo oggetto di ludibrio per i tanti suoi nemici. 

    Figlia, se vuoi conoscere tutti i mali che ha fatto l’umana volontà, studia bene la mia vita, numera una per una le mie pene e leggerai a caratteri neri i mali della storia malefica dell’umana volontà. Ne proverai tant'orrore nel leggerla, che ti contenterai di morire anziché far entrare in te una sola sillaba di essa”. 

    Dopo ciò, Gesù ha fatto silenzio e se ne stava tutto taciturno, pensoso ed afflitto; guardava d’intorno e lontano, come se volesse indagare le disposizioni delle creature e, non vedendole disposte, continuava il suo profondo silenzio. Quindi ho dovuto passare parecchi giorni di privazione, come se non più vivesse in me. Poi, come Sole che sorge, ho incominciato a sentire che si moveva nel mio interno e mi ha detto: 

    “Figlia mia, quando Io parlo esce da Me una Vita, il “dono” più grande, e debbo vedere se c’è disposizione da parte delle creature per mettervi questa mia Vita, e non vedendola sono costretto a tacere, perché non c’è posto dove mettere questo gran “dono”. Ecco perciò la causa, per cui molte volte non parlo, perché ciò che riguarda il FIAT Divino non è per te sola, ma servirà alle altre creature. 

    Al più forma il suo capitale in te, per trasmetterlo a bene altrui. Onde, mentre faccio silenzio, tu preghi che venga conosciuto il regno della mia Volontà e soffri perché ti vedi priva di Me, tua Vita. Vivere senza Vita è il più grande martirio. Queste pene e queste preghiere maturano il “dono” e mentre mi fanno aprire la bocca per far uscire la nuova Vita che riguarda la mia Divina Volontà, dispongono le creature a riceverla. 

    Queste pene sono più che raggi di sole, che maturano i campi, i frutti, i fiori. Perciò, tutto è necessario: il silenzio, le pene, le preghiere per il decoro delle manifestazioni della mia Volontà”.

*
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*VENGA IL TUO REGNO*

1 commento:

  1. Che tristezza pensare all'uomo "convertito quasi in bestia" dal suo misero volere, staccato e strappato totalmente dal Volere di Dio! Tante volte noi siamo come il bue e l'asinello, che sono incapaci di alzare il muso verso il cielo e pensano solo a mangiare, tenendo bassa la testa sempre verso il basso, verso la terra.
    È questo pensare sempre e solo alle cose della terra - ripiegati su noi stessi, sulle nostre fragilità, su ciò che noi vogliamo -  postponendo la Volontà di Dio a ciò che interessa solo a noi, che ci fa NAUFRAGARE verso l'abisso più profondo!
    La VOLONTÀ DI DIO, come tu stesso Luciano mi hai detto qualche tempo fa, è il luogo più sicuro dove poter DIMORARE su questa terra.
    Solo in e da questa DIMORA SICURA, costruita sulla Roccia di Cristo, i nostri occhi possono guardare il Cielo, con lo stupore dei bambini e con la baldanza dei forti.
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    Gesù ti amo. Vieni Divina Volontà nella piccola barca della mia esistenza,  riempila della tua Presenza, forte e silenziosa! Riempila del Tuo Amore!

    L'AMORE È TUTTO PUÒ!

    FIAT.

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FIAT VOLUNTAS TUA