sabato 4 aprile 2015

* NESSUNO HA UN AMORE PIÙ GRANDE DI QUESTO: DARE LA VITA PER I PROPRI AMICI. * Gv 15,13 *

*NESSUNO HA UN AMORE 
PIÙ GRANDE DI QUESTO: 
DARE LA VITA 
PER I PROPRI AMICI.*
 Gv 15,13
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Pater Noster qui es in cælis
sanctificétur nomen tuum
advéniat regnum tuum
Fiat Volúntas Tua
sicut in cælo et in terra.
Panem nostrum cotidianum
da nobis hódie
et dimítte nobis débita nostra
sicut et nos
dimíttimus debitóribus nostris
et ne nos indúcas in tentatiónem
sed líbera nos a malo.
Amen.
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*XV VOL. 16 FEBBRAIO 1923*

LA CROCE CHE LE DIEDE 
LA DIVINA VOLONTÀ A NOSTRO SIGNORE.
GESÙ PER OPERARE LA REDENZIONE 
PERFETTA E COMPLETA DOVEVA FARLA NELL’AMBITO DELL’ETERNITÀ.
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    Stavo facendo la mia solita adorazione al Crocifisso e stavo abbandonandomi tutta nel suo amabile Volere, ma mentre ciò facevo ho sentito che il mio amato Gesù si moveva nel mio interno e mi diceva: 

         “Figlia mia, su, su, presto, affrettati, fa’ il tuo corso nel mio Volere, va’ ripassando tutto ciò che fece la mia Umanità nella Suprema Volontà, affinché ai miei atti e a quelli della mia Mamma unisca i tuoi. È decretato che se una creatura non entra nel Volere Eterno per rendere triplici i nostri atti, questo Supremo Volere non scende sulla terra per fare la sua via nelle umane generazioni, vuole il corteggio dei triplici atti per farsi conoscere; perciò affrettati”.

       Gesù ha fatto silenzio ed io mi sono sentita come sbalzata nel Santo Volere Eterno; ma non so dire quello che facevo, so solo dire che trovavo tutti gli atti di Gesù ed io vi mettevo il mio. Onde dopo ha ripreso il suo dire:


        “Figlia mia, quante cose farà conoscere la mia Volontà di ciò che operò la mia Umanità in questa Volontà Divina! La mia Umanità, per operare la Redenzione perfetta e completa, doveva farla nell’ambito dell’eternità; ecco la necessità di una Volontà Eterna. Se la mia volontà umana non avesse avuto con sé una [Volontà] Eterna, tutti i miei atti sarebbero stati atti determinati e finiti; invece, con questa erano interminabili ed infiniti. 


      Perciò le mie pene, la mia croce, dovevano essere interminabili e infinite, e la Volontà Divina fece trovare alla mia Umanità tutte queste pene e croci, tanto che lei mi distendeva su tutta l’umana famiglia, dal primo all’ultimo uomo, ed Io assorbivo tutte le specie di pene in Me e ogni creatura formava la mia croce.


       Sicché la mia croce fu tanto lunga quanto è e sarà la lunghezza di tutti i secoli e larga quanto le umane generazioni. Non fu solo la piccola croce del Calvario dove mi crocifissero gli ebrei; questa non era altro che una similitudine della lunga croce in cui mi teneva crocifisso la Suprema Volontà.


     Sicché ogni creatura formava la lunghezza e la larghezza della croce e, come la formavano, restavano innestate nella stessa croce, e il Volere Divino, distendendomi su di essa e crocifiggendomi, non solo faceva mia la croce, ma tutti quelli che formavano detta croce.


      Ecco perché avevo bisogno dell’ambito dell’eternità, dove dovevo tenere questa croce; lo spazio terrestre non basterebbe per contenerla. Oh, quanto mi ameranno quando conosceranno ciò che fece la mia Umanità nella Divina Volontà, ciò che mi fece soffrire per amor loro!

      La mia croce non fu di legno, no, furono le anime. Erano loro che me le sentivo palpitanti nella croce su cui mi distendeva la Divina Volontà, e nessuna mi faceva sfuggire, a tutte dava il posto, e per dare posto a tutte mi distendeva in modo così straziante e con pene così atroci, che le pene della Passione potrei chiamarle piccole e sollievi. 

     Perciò affrettati, affinché il mio Volere faccia conoscere tutto ciò che il Volere Eterno operò nella mia Umanità. Questa conoscenza riscuoterà tanto amore, che si piegheranno a farlo regnare in mezzo ad essi”.

     Ora, mentre ciò diceva, mostrava tanta tenerezza e tanto amore, che io, meravigliata, gli ho detto: “Amor mio, perché mostri tanto amore quando parli della tua Volontà, che pare come se da dentro di Te volessi far uscire un altro Te stesso per il grande amore che provi, mentre se parli di altro non si vede in Te questo eccesso di amore?”

        E Lui: “Figlia mia, vuoi saperlo? Quando Io parlo della mia Volontà per farla conoscere alla creatura, Io voglio infonderle la mia Divinità, perciò un altro Me stesso, e il mio amore esce tutto in campo per fare ciò e la amo come Me stesso.

        Ecco perché tu vedi che, mentre parlo del mio Volere, il mio amore è come se straripasse dai suoi confini per formare la sede della mia Volontà nel cuore della creatura; invece quando parlo di altro, sono le mie virtù che infondo, e a seconda delle virtù che le vado manifestando, ora la amo da Creatore, or da Padre, or da Redentore, or da Maestro, or da Medico, eccetera; quindi non c’è quell’esuberanza d’amore di quando voglio formare un altro Me stesso.

*


*VENGA IL TUO REGNO*

1 commento:

  1. "La mia CROCE non fu di legno, no; furono le ANIME; erano loro che Io sentivo palpitanti nella croce su cui mi distendeva la DIVINA VOLONTÀ, e nessuna me ne facevo sfuggire; ..."
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    Oh Croce Santa e Benedetta,
    Fonte del nostro riscatto e della nostra salvezza,
    Arcobaleno della Nuova Alleanza tra il cielo e la terra, ponte che unisce la Volontà di Dio alla misera volontà dell'uomo,
    fa che anche noi, come Cristo, possiamo DISTENDERE la nostra umanità ferita sul legno del FIAT SUPREMO che ci farà risorgere a vita nuova per l'Eternità.

    Amen

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FIAT VOLUNTAS TUA