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«QUANDO IL FIGLIO DELL’UOMO RITORNERÀ,
TROVERÀ ANCORA LA FEDE SULLA TERRA?»
(LC 18,8)
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« LUI È LÌ »
Giace vivo, da duemila anni.
E impera solitario su tutti con il suo silenzio maestoso, elegante. Sottomesso.
Che sorge più che sole sopra il mondo, sempre fermo, costante
il suo ritorno nel mistero sublime della Eucaristia.
Di un Dio che per non incuterci spavento si è annichilito e fatto uomo, pane crocifisso.
Che sovrasta tutto e tutti, il Cosmo intero.
Ed ogni passo, uman pensiero incapace di comprenderLo, onorarLo
è come un'onda che si infrange dinanzi al suo divin cospetto.
Vero, reale, issato sulla roccia della Vita.
Imbattuti, quanti filosofi e pensatori, teologi troppo umani, moderni e pagani; ciechi e inghiottiti dal proprio smisurato io hanno fallito sulla via con il loro inutile e dannoso speculare.
Innanzi a te o Gesù, Signore dei tabernacoli e padrone della terra, dei Cieli.
Perdona loro, poiché non hanno saputo, né voluto mangiarti, con la testa, le labbra, la bocca e i denti del cuore.
Bramarti e stringerti.
Perdonaci tutti perché troppo pochi son quelli che han desiderato veramente amarti ed adorarti come tu ardi e desideri esser amato: col tuo stesso divin amore.
Lascia allora che io ti baci o Cristo, un misero nulla, ma tutto Tuo.
Per me e per tutti.
Con lo stesso palpito del tuo infuocato amore o Signore.
Con gli occhi della Fede, Speranza e Carità.
Con le dolcissime carezze della tua Divina Volontà.
Cristus vincit, Cristus regnat, Cristus imperat.
Luciano Mirigliano
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*XI VOL. 30 OTTOBRE 1916*
LA PERVERSITÀ DELLE NAZIONI,
SPECIALMENTE DELL’ITALIA,
ATTIRERÀ ALTRI CASTIGHI.
Stavo lamentandomi con il mio sempre amabile Gesù, che in
questi giorni passati, stentatamente ci veniva, oppure appena avvertivo la sua
ombra e scompariva.
Ed il benedetto Gesù
mi ha detto:
“Figlia mia, come subito dimentichi che in quei giorni che
non tanto ci vengo e sfuggo da te, non è altro che una stretta di più ai
flagelli. Le cose imperverseranno sempre
più. Ah, l’uomo è giunto a tanta
perversità, che non basta, per arrenderlo, di toccargli la pelle, ma che giunga
a spolverizzarlo!
Perciò una nazione
invaderà l’altra e si lacereranno, il
sangue scorrerà nei paesi come acqua. Anzi in certe nazioni si faranno nemici
di loro stessi e si dibatteranno, si uccideranno, faranno cose da pazzi. Ah! Quanto Mi duole l’uomo, da Me lo piango!”
Al dire di Gesù ho rotto in pianto e Lo pregavo che risparmiasse
la povera Italia. Ma Gesù ha ripreso:
“L’Italia, l’Italia!
Ah, se tu sapessi quanto ne sta combinando di male, quante congiure alla
mia Chiesa! Non le basta il sangue che
sta spargendo in battaglia, ma è assetata d'altro sangue. Vuole il sangue
dei miei figli, il sangue dei primati. Si vuole macchiare di tali delitti, da attirarsi la vendetta del Cielo
e delle altre nazioni!”
Io ne sono rimasta terrorizzata e temo molto, ma spero che
il Signore Si placherà.
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